ESCLUSIVA PIANETAGENOA – Gaetano de Rosa: “La fase difensiva deve partire dal pressing degli attaccanti”

Genoa-Siena si avvicina e, dopo l’intervista di ieri a Francioso sui problemi dell’attacco rossoblù, Pianetagenoa1893.net continua nell’analisi reparto per reparto dell’organico del Grifone, intervistando un’altra vecchia conoscenza dell’ambiente genoano: l’ex capitano Gaetano de Rosa che si è gentilmente concesso ai nostri microfoni per discorrere sul momento degli uomini di Malesani ed in particolar modo della […]


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Genoa-Siena si avvicina e, dopo l’intervista di ieri a Francioso sui problemi dell’attacco rossoblù, Pianetagenoa1893.net continua nell’analisi reparto per reparto dell’organico del Grifone, intervistando un’altra vecchia conoscenza dell’ambiente genoano: l’ex capitano Gaetano de Rosa che si è gentilmente concesso ai nostri microfoni per discorrere sul momento degli uomini di Malesani ed in particolar modo della difesa guidata da Granqvist e compagni.

Più che la difesa, in questo malandato Genoa, non sembra funzionare l’intera fase difensiva. Lei cosa ne pensa?

Sarebbe riduttivo analizzare solo le prestazioni del pacchetto arretrato, occorre infatti effettuare una disamina a 360° della stagione del Genoa. I numerosi cambiamenti non hanno giovato all’intero organico, al quale mancano quella compattezza e quell’identità che trasmettono idee e forza ad una squadra.

In questa stagione, diversi problemi sono arrivati dalle fasce: il terzino offensivo non sembra la pedina ideale per questo Genoa e per questa difesa.

Credo che questa scelta sia legata alla disposizione complessiva della squadra. Oltretutto, Mesto e lo stesso Marco Rossi sono due grandissimi giocatori che riescono comunque ad effettuare entrambe le fasi. Il problema, come detto prima, è la mancanza di compattezza. Il Genoa è una squadra troppo vulnerabile e fragile: serve una fase difensiva più efficace che inizi già dal pressing delle punte.

Dati i problemi difensivi di questa squadra, il classico 4-4-2 non risulterebbe più adatto alle caratteristiche del Genoa?

In questi casi, non conta il numero dei centrocampisti o delle punte in generale, ma è importante l’interpretazione di un determinato ruolo. È il giocatore che deve interpretare i suoi compiti ed immedesimarsi nel modulo. L’allenatore, invece, vivendo giorno per giorno a contatto con la squadra, deve capire chi, in quel determinato momento, può garantirgli maggiori garanzie.

Una nota lieta tra le file della retroguardia rossoblù, però, c’è. E si chiama Andreas Granqvist.

È un buonissimo giocatore, di grande prospettiva. È senz’altro una nota lieta per questa stagione e per questo Genoa che poteva e doveva fare molto di più. È una squadra di valore, ma che non riesce a trovare la fiducia e la convinzione necessarie per esprimersi.

E il doppio cambio dell’allenatore ha senz’altro destabilizzato l’ambiente.

Non saprei dirlo con certezza. Bisognerebbe vivere giorno per giorno la situazione della squadra e dei rapporti con il tecnico. Evidentemente la società ha avuto i suoi motivi per cambiare, ma è anche vero che il continuo via-vai non può far bene a nessuno.

Se non ci fosse stato un portiere come Frey fra i pali rossoblù, le 58 reti fin qui subite potevano essere molte di più.

Frey è un grandissimo portiere e fin qui ha dato il suo contributo, come tutti gli altri. Speriamo che il Genoa riesca a trovare la concentrazione per affrontare questo rush finale e per togliersi dalle posizioni più pericolose della classifica. È una situazione che pesa sia per i giocatori sia per un ambiente che merita palcoscenici bene più importanti. Ma un’annata storta capita a chiunque.

Cosa si aspetta dal Genoa nello scontro casalingo con il Siena di Sannino?

Sarà una partita difficile e la palla peserà notevolmente per i rossoblù. Se non ci sono giocatori capaci di affrontare partite simili diventa dura. Dev’esserci una gestione diversa rispetto a tutte le altre partite: la lotta per la salvezza richiede maggior sacrificio ed una mentalità concentrata sull’obiettivo. Sarà l’allenatore a dover scegliere non tanto il giocatore talentuoso o creativo, ma soprattutto chi ha più carattere e sostanza per queste gare più complicate.

È un riferimento a Veloso?

No. Personalmente stimo molto il centrocampista portoghese e mi piacerebbe vederlo nel pieno della forma con la maglia rossoblù. É fuori discussione, però, che fin qui stia giocando ben al di sotto delle sue possibilità. Risente di questa situazione, come il resto delle squadra. Per uscirne servono giocatori affidabili, sicuri e che non si permettano dei cali di tensione che potrebbero regalare altre opportunità agli avversari.

E il Lecce nel frattempo si è portato a sole due lunghezze dal Grifone. Come vede la corsa per la salvezza?

I giallorossi hanno preso più convinzione e coscienza dei propri mezzi, ribaltando risultati insperati come nella trasferta di Catania e della vittoria casalinga contro la Roma. Sono avvantaggiati dal punto di vista del morale, ma nel calcio basta poco per ribaltare queste situazioni.

Daniele Zanardi

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