ESCLUSIVA PG, Francesco Baccini: «Adoro il rock-swing di Gasperini, voglio girare un film su Spensley»

In un percorso che va dal Genoa, alla musica ai valori dello sport, Pianetagenoa1893.net ha avuto il piacere di dialogare in esclusiva con Francesco Baccini, noto cantautore genovese di fede rossoblù. Qual è stato il suo primo incontro con il Genoa? «Da bambino ero sampdoriano perché fino a sedici anni ho giocato nelle giovanili blucerchiate: […]


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In un percorso che va dal Genoa, alla musica ai valori dello sport, Pianetagenoa1893.net ha avuto il piacere di dialogare in esclusiva con Francesco Baccini, noto cantautore genovese di fede rossoblù.

Qual è stato il suo primo incontro con il Genoa?

«Da bambino ero sampdoriano perché fino a sedici anni ho giocato nelle giovanili blucerchiate: dopo un brutto infortunio e la scomparsa di mio padre ho avuto la folgorazione per questi colori. La cosa incredibile è che mio papà non mi ha mai visto genoano, era arrabbiatissimo per questo. Sono riuscito a vedere il Grifone dalla Cina in diretta, di notte e con nove ore di fuso orario, e in Bulgaria ho convertito degli amici a questa fede i quali ancora oggi mi scrivono per commentare le partite».

È anche quello cui è sentimentalmente più legato?

«No, il mio Genoa è quello di Bagnoli, per svariati motivi: in quel periodo ho iniziato a giocare con la Nazionale Cantanti e una volta riempimmo l’Olimpico di Roma con 90mila spettatori e mi ricordo ancora la faccia di Nela al primo impatto, poi nell’anno del centenario feci cantare tutta la squadra il nostro inno».

Dell’attuale Grifone cosa ci dice?

«Quest’anno siamo sfortunati, la dimostrazione è il gol di Blanchard domenica scorsa a Frosinone: Perin ha fatto una parata sola mentre noi in dieci abbiamo rischiato di vincere. Ci siamo mangiati tantissimi punti, da Palermo in poi, regalandoli a squadra tecnicamente inferiori. La squadra titolare credo sia anche superiore a quella di un anno fa».

L’ultimo derby di Roma è stato una tristezza smisurata sugli spalti, mentre il Genoa possiede la Gradinata più bella del mondo.

«Mio padre tifava Genoa dalla Sud nei derby perché io appartenevo a un’altra parrocchia… Oggi è fantascienza vedere un tifoso di una certa squadra nel settore ospiti. Purtroppo il calcio non è più uno sport, in passato era un gioco, come c’insegna il dottor Spensley. Ricordo benissimo quando a Liverpool, in Coppa Uefa, ci trovammo di fronte gli hooligans: si gelò il sangue per qualche secondo, poi ci chiesero a gran voce le sciarpe perché il Genoa era stato superiore alla loro squadra. Questo è il vero calcio».

A che tipo di genere musicale appartiene il calcio di Gasperini?

«Sicuramente un esaltante rock-swing perchè tutti corrono a duecento all’ora e faticano dal primo all’ultimo minuto: è un gioco spettacolare che ti permette di trovare cinque rossoblù davanti alla porta, solo Perin non ha mai segnato… Il dramma di un ex genoano nasce quando lascia Gasperini poiché il mister è un maestro nel trovare la giusta posizione e un nuovo ruolo a tutti».

Ultimamente sta lavorando per qualche progetto?

«Mi piacerebbe che fosse portato a termine un docu-film che mi vede nei panni di James Spensley, è un’idea di qualche anno fa che purtroppo si è arenata per alcuni problemi. Inoltre ho in mente un progetto internazionale per realizzare una pellicola sul padre fondatore non solo del Genoa, ma del calcio nel mondo: sir Spensley è stato primo in tutto, purtroppo oggi la maggioranza di chi parla di questo sport non sa nemmeno chi sia. Un pò come parlare di musica ma non sapere chi siano i Beatles…».

Alessandro Legnazzi

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