Una buona stagione, caratterizzata da discontinuità 

Discontinuità è stata purtroppo la malattia che ha tormentato il Genoa nella stagione appena conclusa. Un andamento che si è riscontrato in campionato e anche nella fase a gironi dell’Europa League (in pratica un mini campionato). Il Grifo non ha rispettato il più possibile la regola aurea dei tornei con gare di andata e ritorno: […]


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Discontinuità è stata purtroppo la malattia che ha tormentato il Genoa nella stagione appena conclusa. Un andamento che si è riscontrato in campionato e anche nella fase a gironi dell’Europa League (in pratica un mini campionato). Il Grifo non ha rispettato il più possibile la regola aurea dei tornei con gare di andata e ritorno: l’essere regolaristi nel rendimento, cercando di vincere in casa e pareggiare fuori. Forse ciò è dovuto a una caratteristica che è insieme la forza e la debolezza rossoblù: il meccanismo di gioco, funzionante come un orologio. Se tutto funziona, arrivano vittorie roboanti: ma se un solo componente non funziona o è assente, sono guai.

Con ciò non voglio “censurare” la stagione appena trascorsa: il nono posto a 51 punti rappresenta un buon piazzamento. Senza trascurare che il Genoa si è espresso ad alti livelli ed ha dato fastidio alle grandi: ricordo il pareggio a Milano contro l’Inter, la vittoria casalinga con il Milan, la vittoria a Marassi contro la Roma, lo straripante 3-0 nel derby. Per contro, si devono ricordare le prestazioni sconcertanti con Bologna, Livorno (andata e ritorno), Fiorentina (sconfitta al Franchi alzando bandiera bianca), Roma (Olimpico da dimenticare) e i sei punti dati alla Lazio. A ciò bisogna aggiungere la qualificazione in Coppa Italia gettata letteralmente alle ortiche con una gara indecifrabile al Ferraris contro il Catania. Su tutto grava l’ombra degli infortuni che hanno costretto Gasperini a tenere gli uomini contati settimana per settimana. Se è vero che ciò era una variabile difficilmente prevedibile, occorreva forse qualche giocatore in più per non arrivare poi a fine stagione con l’acqua alla gola. Oggi a Catania si è rischiato di giocare con i Primavera fin dall’inizio. La squadra ha retto bene e ha perso per l’ennesimo “gollonzo” preso dalla difesa colabrodo. Grida ancora vendetta il gol sbagliato da Acquafresca: se fosse entrata la palla, il Grifo avrebbe potuto evitare il massacrante turno sotto la calura agostana. Ma anche questo è ormai passato in archivio.

Dunque una stagione caratterizzata da un susseguirsi di luci ed ombre. Ma ora bisogna pensare alla prossima: esistono numerosi elementi confortanti per ripartire. Innanzitutto la società: ricomincerà a funzionare la squadra-mercato, pronta a cercare nuovi talenti. Il presidente Enrico Preziosi coordinerà le operazioni e saprà spendere con oculatezza: saranno svolte con la consulenza di Gasperini con le sue indicazioni tecniche. I due “radar”, il direttore generale Fabrizio Preziosi, e il direttore sportivo Stefano Capozucca, stanno sondando i 5 continenti per scoprire giocatori adatti per il modulo del Genoa. Ovviamente non si deve sottovalutare la forza dei ragazzi della Primavera: Cofie, Boakye, El Shaarawi sono solo alcuni dei gioiellini del futuro. In più, ci sono due nazionali: Criscito e Bocchetti, desiderati da diversi club. Un grande “acquisto”: Palacio, gioia e delizia dei tifosi e dell’allenatore. Un capitano insostituibile: Marco Rossi. Guerrieri instancabili come Sculli, Sokratis e Milanetto. La squadra va rafforzata con un difensore centrale forte, due centrocampisti centrali e un centravanti da 15-20 gol a stagione. Biagianti, Martinez, Chico assieme al portiere Romero sono i primi nomi che circolano. C’è tempo fino al 31 agosto per scegliere: in più c’è l‘occasione dei mondiali in Sudafrica che potrà fornire nuove indicazioni agli osservatori rossoblù. Basta soltanto saper scegliere giocatori all’altezza: poi arriveranno i risultati.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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