Torna la mano del Gasp I sul Grifone

Nel trionfo a Udine di oggi pomeriggio abbiamo rivisto, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, il Genoa del Gasperini I. Una squadra che innanzitutto non ha avuto timori di sorta contro l’avversario e ha giocato a dare e prenderle, uscendo vittoriosa. Neppure lo svantaggio iniziale, causato da un episodio sfortunato ossia lo […]


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Nel trionfo a Udine di oggi pomeriggio abbiamo rivisto, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, il Genoa del Gasperini I. Una squadra che innanzitutto non ha avuto timori di sorta contro l’avversario e ha giocato a dare e prenderle, uscendo vittoriosa. Neppure lo svantaggio iniziale, causato da un episodio sfortunato ossia lo svarione di Greco trasformato in gol da Di Natale, è riuscito a scalfire la volontà dei rossoblù di portare via l’intera posta dal “Friuli”. Si sono superati i problemi a centrocampo, con Sturaro e Greco che hanno preso il sopravvento su Allan e Guillerme, ed è arrivato il pareggio con il gol di Marchese, seguito a ruota dal secondo gol di Falque, segnato da vero grifone d’area sotto porta. E a proposito dei due siluri del difensore siciliano e quello del 4-2 di Kucka, costituisce un altro chiaro indizio del ritorno alla mentalità del Gasperini I anche la volontà di tirare in porta senza timori: le statistiche della Lega di A riferiscono di 13 tiri in porta, di cui sei nello specchio della porta. Quattro sono finiti nel sacco: una media davvero ragguardevole. Non solo: si è rivisto il pressing a centrocampo che ha disorientato gli avversari: giocando in questo modo, non c’è bisogno di tenere il pallone nei minuti finali per difendere il 3-2 siglato con un gran tiro di destro da Matri, ma si cerca la stoccata finale per chiudere il conto che ha mandato in estasi tutti i tifosi genoani presenti sugli spalti.

E’ dunque tornata la mano del Gasp sul Vecchio Balordo. Intendiamoci: questo modo di giocare sarà possibile con le squadre che giocano in modo aperto, come fa appunto l’Udinese a cui diamo l’onore delle armi per aver cercato di contrastare un Grifone quasi perfetto. Rispetto a qualche anno fa il tecnico ha una marcia in più: sa adattare ancor di più che in passato la squadra all’avversario, come è accaduto contro la Juventus. Ma il gioco si costruisce se c’è un gruppo compatto: ne ho avuto la riprova giovedì scorso nella cena di beneficenza per gli alluvionati a Quiliano. Perin, Burdisso, Roncaglia e Pinilla sembravano quattro moschettieri: tutti per uno uno per tutti. Tra loro allegria e affiatamento in tutti i momenti della serata. Armonia fuori e dentro agli spogliatoi: sembrava di essere come nel famoso film del 1958 “Gambe d’oro” (Tra gli interpreti: Totò, Paolo Ferrari, Scilla Gabel, Memmo Carotenuto) dove i giocatori di squadra di provincia, il Cerignola, sono molto legati tra loro (Vi riporto in basso la colonna sonora e alcune scene). Un ulteriore buon indizio per una stagione che potrà dare ancora tante soddisfazioni.

E dopo aver mangiato la deliziosa gubana friulana, domenica prossima c’è la trasferta al “pansotti time” (o se preferite “mezzogiorno di cuoco) col Cagliari. Sulla panchina dei sardi siede Zeman, un tecnico che ama molto lo spettacolo e giocare sul modello “cappa spada, parata e stoccata”. Chissà, forse ci potrebbe essere un altro match entusiasmante. Passo e chiudo!

Marco Liguori

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