Siamo alle solite: due pesi e due misure che danneggiano il Grifone

Buonasera a tutti voi: sono ancora basito per quanto è successo. Oggi pomeriggio a Udine abbiamo assistito a un arbitraggio disastroso del signor Paolo Tagliavento che rappresenta la ciliegina sulla torta della sciagurata stagione del Genoa. Intendiamoci: i mille e uno problemi della squadra restano e non scompaiono le responsabilità della dirigenza e dei vari […]


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Buonasera a tutti voi: sono ancora basito per quanto è successo. Oggi pomeriggio a Udine abbiamo assistito a un arbitraggio disastroso del signor Paolo Tagliavento che rappresenta la ciliegina sulla torta della sciagurata stagione del Genoa. Intendiamoci: i mille e uno problemi della squadra restano e non scompaiono le responsabilità della dirigenza e dei vari tecnici succedutisi (De Canio ha però, come ho già detto altre volte, diverse attenuanti) davanti a questo gravissimo episodio. Quest’ultimo potrebbe costare al presidente Preziosi 19 milioni di euro: a tanto ammonta la stima media della retrocessione svolta in un documento della Figc. E’ un danno davvero enorme. In più, con la riduzione a 9 uomini nel giro di pochi minuti, è stata demolita la speranza di poter giocare la partita al meglio contro un avversario di grande caratura tecnica.

Aggiungo che la responsabilità non è solo dell’arbitro, ma soprattutto del designatore Stefano Braschi: chiunque avrebbe capito che Tagliavento, dopo le tristi vicende di Genoa-Siena, non avrebbe avuto la serenità di giudizio necessaria per dirigere una partita importantissima, dove si giocavano le ambizioni Champions per l’Udinese e la salvezza per il Grifone. E non è solo l’episodio dell’ ingiusta espulsione di Palacio a ferire profondamente il Genoa e i suoi tifosi. Un esempio per tutti: al 27° del secondo tempo il friulano Pereyra entra a gamba tesa su Mesto esattamente come Kucka in occasione del suo primo cartellino giallo: esattamente due pesi e due misure adoperate dall’arbitro. E vogliamo parlare del gesto degli occhiali rivolto ieri dal leccese Di Michele all’arbitro Brighi? Se l’avesse commesso un genoano sarebbe stato espulso e il giudice sportivo gli avrebbe inflitto i castighi più duri sino alla settima generazione. Ricordo che il Genoa ha subito nelle ultime settimane una serie di torti arbitrali, a cominciare dal rigore negato a San Siro per il fallo di mano di Nesta. Braschi deve dunque dimettersi e deve iniziare un processo di riforma dell’Aia assieme al sistema delle designazioni. E anche se non lo facesse, le firme raccolte saranno spedite alla Figc per testimoniare il dissenso verso il sistema arbitrale e suoi ripetuti errori che, guarda caso, stanno ripetutamente colpendo il Genoa.

Un lettore che ha firmato la nostra petizione ha detto che guarda caso la maggior parte dei macroscopici errori arbitrali accade quasi sempre nel calcio: aggiungo che se si continuerà a rifiutare l’uso della moviola in campo, come avviene in tutti gli altri sport professionistici, tutto ciò continuerà ancora. Voglio sottolineare che in tanti dimenticano che il ruolo dell’arbitro è fondamentale nel gioco del calcio: soprattutto in quello attuale a scopo di lucro. Quindi nessun vittimismo o compiacimento nel criticare l’operato dei direttori di gara: ogni loro decisione sbagliata costa tanto ai club. E, gran finale della storia, domenica contro il Palermo (a proposito chissà dove si giocherà?) De Canio avrà una squadra azzoppata senza Palacio: avrà ancora vita dura contro il Palermo. E il Lecce è sempre a tre punti di distacco. Che tristezza!

Marco Liguori

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