Quarta gara di fila viziata da errori arbitrali: ma la squadra ha mostrato diverse lacune

Non c’è tre senza quattro. Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso mi perdonerete per aver iniziato le mie considerazioni su Fiorentina-Genoa sull’ennesima partita viziata da un errore arbitrale ai danni del Grifone: anche perché occorre parlare delle colpe della formazione di Ballardini. Devo però rammentare con forza che il gol di Aquilani […]


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Non c’è tre senza quattro. Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso mi perdonerete per aver iniziato le mie considerazioni su Fiorentina-Genoa sull’ennesima partita viziata da un errore arbitrale ai danni del Grifone: anche perché occorre parlare delle colpe della formazione di Ballardini. Devo però rammentare con forza che il gol di Aquilani è stato viziato da una chiara spinta ai danni di Granqvist: Rizzoli ha fatto finta di nulla, non pervenute le opinioni in merito dell’assistente e dell’arbitro di porta. Ricordo (e lo farò fino allo sfinimento) che il direttore di gara fa parte del gioco ed è suo preciso compito rivelare le scorrettezze dei calciatori. Questo gol dei viola pesa molto nell’economia della salvezza rossoblù: sarebbe stata un’altra situazione se si fosse andati al riposo sullo 0-0. Gran finale la “predica” di Aquilani: «Dal campo non me sono reso conto (sic!), vedendola così l’ho spinto abbastanza (doppio sic!!), ma loro non hanno protestato (triplo sic!!!)». Insomma, sarebbe stato opportuno che i giocatori rossoblù avessero protestato contro la convalida del gol con un sit-in di protesta stile anni ’70. Comunque sia, gol valido e sconfitta subita: punto!

Dagli arbitri alla prestazione del Genoa. Primi 15 minuti il centrocampo tiene la museruola a quello viola e partono anche alcuni contropiede. Poi gli uomini di Ballardini scompaiono via via dal campo: sale in cattedra Pizarro assieme a Cuadraro che hanno goduto di grande libertà e sono fioccate le iniziative offensive dei viola. Da sottolineare le fasce dominate dai padroni di casa e i due enigmi genoani: Vargas mediano (o mezzala) fuori posizione che si batte con tanta buona volontà e poco costrutto. L’altro è Immobile che non riesce proprio a pungere la difesa avversaria: stavolta però va a sua scusante la scarsa quantità di passaggi ricevuta dai compagni. Poco fattivo anche Tozser: non a caso Ballardini lo cambia a inizio ripresa con Jorquera e mette dentro Jankovic al posto di Pisano. I cambi sono indovinati e arriva il meritato pareggio con Portanova. Ma arriva la prima “perdita di testa” della squadra: Tzorvas, che fino a quel momento non aveva sfigurato, perde malamente un pallone e si fa uccellare. Secondo vantaggio Fiorentina e tutto da rifare. Ci pensa Antonelli in gran forma a pareggiare. A quel punto sembrava che il Grifone potesse portare a casa un punto d’oro: invece no! Dopo solo sei minuti dal secondo pareggio ci pensa Bertolacci a perdere la testa con un brutto e inutile fallo: secondo giallo ed espulsione. Altro regalo agli avversari che in superiorità numerica segnano poco dopo il 3-2.

Tirando le somme: al di là dell’errore arbitrale sul gol di Aquilani in questa gara c’è stata un’involuzione caratteriale che ha sciupato tutti gli sforzi per conquistare un risultato positivo. Durante la pausa per gli impegni della Nazionale, “Ballardèn” dovrà lavorare molto su questo aspetto. Una squadra che mira alla salvezza e che, soprattutto, possiede un organico superiore al Siena, sua diretta concorrente, non può permettersi questi pericolosi sbandamenti. C’è tempo per rimediare: la sfida con i toscani al Tempio è il 30 marzo.

Marco Liguori

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