L'”architetto” Gasperini e le fondamenta del Genoa futuro

Il Genoa stira sotto 17 gol l’allegra rappresentativa Valstubai. Il risultato della prima uscita dei Grifoni non deve trarre in inganno sulle capacità della squadra: è stata un’ottima sgroppata estiva, che ha permesso ai tifosi di abbracciare i propri beniamini e di incoraggiarli. A proposito, voglio ricordare l’impegno encomiabile dei sostenitori rossoblù: ieri pomeriggio erano […]


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Il Genoa stira sotto 17 gol l’allegra rappresentativa Valstubai. Il risultato della prima uscita dei Grifoni non deve trarre in inganno sulle capacità della squadra: è stata un’ottima sgroppata estiva, che ha permesso ai tifosi di abbracciare i propri beniamini e di incoraggiarli. A proposito, voglio ricordare l’impegno encomiabile dei sostenitori rossoblù: ieri pomeriggio erano davvero in tanti, il piccolo impianto di Neustift sembrava il “Luigi Ferraris”. Prove generali di coreografie (e non dico altro per scaramanzia), in vista di una stagione interessante e ricca di impegni: dall’Uefa Europe League, al campionato e alla Coppa Italia.

Durante la partita guardavo il viso di Gasperini: oggi forse era ancora più imperscrutabile del solito. Aggiungo: giustamente. Da professionista serio e preparato qual è, il tecnico non deve far comprendere il suo grado di soddisfazione o di insoddisfazione: siamo appena agli inizi e non deve far trasparire le sue emozioni, per quanto possibile, altrimenti sarebbe controproducente. La dichiarazione di prammatica di fine gara non deve trarre in inganno: le sue considerazioni restano top secret. Gasperson ha schierato due formazioni: un 4-4-2 (che poi non era altro che un 3-4-3 abilmente camuffato) dove Mesto aveva licenza di avanzare e di “uccidere”, Milanetto in cabina di regia, Sokratis che spingeva assieme a Vandenborre (un “acquisto” importante per il Genoa) e il tandem d’attacco Floccari-Jankovic che ha martellato a dovere l’avversario, pur se inconsistente. Il reparto arretrato con Troest, Fatic, Tomovic e Moretti non è stato per nulla impegnato. Anzi, gli ultimi due partecipavano alla manovra offensiva: caratteristica basilare del gioco gasperiniano. Secondo tempo con il 3-4-3 con i nuovi e scintillanti Kharja e Crespo, il ficcante Figueroa, Sculli, Rossi, Criscito e Bocchetti per nulla imbolsiti dal periodo di ferie. Ecco, è proprio questo il primo elemento positivo che si può leggere nell’amichevole di ieri: dopo soli pochi giorni di preparazione si può intravedere un Genoa tonico. Altro fattore importante: l’impegno profuso da tutti i giocatori schierati. Lo si poteva notare nella delusione e nella rabbia di Vandenborre per le occasioni da gol sbagliate, nel decisionismo di Crespo, nelle continue discese sulla fascia di Mesto: il centrocampista pugliese ha corso, con grande costrutto, come se fosse già in campionato. E non bisogna dimenticare che a breve Gasperini avrà un importantissima freccia al suo arco, chiamata Palacio: credo che l’argentino potrebbe risultare molto utile in quelle gare dove occorre un contropiedista veloce e devastante come lui per scardinare difese rocciose, ma molto lente e prevedibili. E’ stato l’ultimo colpo dell’eccellente campagna acquisti approntata da Enrico Preziosi con la collaborazione di suo figlio Fabrizio: ma non potrebbe essere finita qui, anche perché Gasperson potrebbe aver bisogno di qualche altra pedina importante, nel caso in cui ne ravvisasse la necessità dopo la serie di amichevoli che attendono ancora il Genoa. La prossima è martedì alle 17.30 contro il Rodengo Saiano.

Insomma, comincia a intravedersi la forma e il contenuto della futura squadra 2009/10: da rivedere con avversari più consistenti gli automatismi, le geometrie e, soprattutto, la tenuta del reparto arretrato. Ma si nota anche la mano dell’“architetto” della panchina rossoblù, che ha saputo già creare in soli sei giorni le condizioni per un gruppo affiatato: ciò rappresentano le fondamenta iniziali per poter ambire a traguardi importanti.

Marco Liguori

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