Il mio nome è Lazovic…Darko Lazovic

“Il mio nome è Lazovic…Darko Lazovic”. Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, dopo la sontuosa gara disputata a Frosinone dall’attaccante serbo mi sento di paragonarlo a James Bond. Ha licenza di proporre cross teleguidati per Pavoletti e gli altri compagni in area; sa smarcarsi e saltare  come birilli gli avversari sulla fascia […]


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“Il mio nome è Lazovic…Darko Lazovic”. Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, dopo la sontuosa gara disputata a Frosinone dall’attaccante serbo mi sento di paragonarlo a James Bond. Ha licenza di proporre cross teleguidati per Pavoletti e gli altri compagni in area; sa smarcarsi e saltare  come birilli gli avversari sulla fascia destra. Ha mostrato di essere un giocatore di carattere e di sapersela cavare in ogni situazione. Non solo: ha seguito le istruzioni di “M”, ossia del suo capo Gian Piero Gasperini. Un asso nella manica che tornerà utile anche quando ci saranno da scardinare difese blindate. Il reparto offensivo è una delle note liete della gara in Ciociaria. Non hanno fallito l’appuntamento col gol prima Pavoletti, poi il nuovo entrato Gakpé. In più, si segnala l’ennesima Laxalt che ha dominato la fascia sinistra in lungo e in largo. In pratica, le due catene a destra (Diogo-Lazovic) e a sinistra (Laxalt-Perotti, anche se el Diez è stato un po’ in ombra) hanno funzionato. E hanno tirato fuori dai guai il Grifone che dopo essere passato in vantaggio era sotto 2-1.

Premessa: non deve essere una scusante piena per i problemi rossoblù. Tuttavia l’arbitraggio odierno del signor Calvarese da Teramo è uno di quelli da dimenticare: già si era distinto l’anno scorso (episodio esplusione Matuzalem in Roma-Genoa e rigore generosamente concesso al Napoli per inesistente atterramento di Higuain) ma stavolta ha fatto ancora di meglio. Gestione dei cartellini confusionaria: Perotti picchiato per ben quattro volte (di cui tre nel primo tempo), ma nessun provvedimento preso. Tino Costa ammonito al primo fallo: passi per il primo fallo di De Maio, ma sembra fin troppo severo ed eccessivo il secondo giallo estratto perché il difensore genoano aveva allontanato di poco il pallone. L’attaccante avversario Dionisi (per fare un esempio) l’ha fatta franca più volte per i suoi falli: è stao ammonito quasi al termine della partita. Ciliegina sulla torta: ha espulso Gasperini solo perché ha protestato, ma sicuramente senza usare termini non consoni, per un fallo fischiato a Burdisso. Problemi ne ha creati anche al Frosinone, non concendendo la regola del vantaggio. La sua valutazione è 4 pieno: si spera che il Genoa si faccia sentire per questi arbitraggi men che mediocri.

Tornando alla gara, si è visto un Costa stanco, dopo tante gare giocate: Tachtsidis potrebbe essere provato come alternativa. L’argentino non ha illuminato come di consueto la squadra. Bene Rincon che nella ripresa, con la squadra in 10 giocatori, ha sostenuto il ruolo di marcatore in mediana. Ansaldi cresce gara dopo gara, mentre l’esperienza di capitan Burdisso è servita nei momenti importanti della gara.

Durante la sosta per gli impegni delle nazionali, si dovrebbe cercare di capire i motivi della discontinuità del Genoa che subisce spesso anche il gioco di avversari di caratura inferiore come il Frosinone. Al contrario, il Grifone dimostra un carattere e una volontà molto forti che, com’è accaduto a Torino, gli consentono di rimontare lo svantaggio: un marchio di fabbrica di mister Gasperini. Alla ripresa arriverà il Sassuolo al Tempio: un avversario (quinto con 22 punti) da affrontare con la giusta concentrazione. Passo e chiudo!

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