Il Genoa come in “Fuga per la vittoria”

Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso ieri sera a Torino abbiamo assistito a un film. Per la precisione il remake di “Fuga per la vittoria”: ciò a causa dell’arbitraggio “casalingo” di Romeo che ne ha combinate di tutti i colori. Ricorda tanto quello dell’arbitro del celebre film di John Huston con Sylvester […]

Marco Liguori (Pianetagenoa1893.net)

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Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso ieri sera a Torino abbiamo assistito a un film. Per la precisione il remake di “Fuga per la vittoria”: ciò a causa dell’arbitraggio “casalingo” di Romeo che ne ha combinate di tutti i colori. Ricorda tanto quello dell’arbitro del celebre film di John Huston con Sylvester Stallone e Pelè che vedeva contrapposti una squadra di Alleati in un campo di prigionia e i militari tedeschi. Il Genoa ha conquistato un prezioso e meritato pareggio in casa della Juventus, nonostante tre ammonizioni pesanti (Seymour, Mesto e Palacio) nel primo tempo: al contrario, i bianconeri hanno potuto svolgere falli a catena. Il peggiore è stata la gomitata di Pirlo a Palacio da cartellino rosso diretto, non vista da arbitro e assistenti. Gran finale con i sei minuti inesistenti di recupero finali Quando si porrà fine a direzioni di gara come questa o come quella di Gava di domenica scorsa?

Arbitraggio a parte, stasera si è visto un Grifone molto coperto che ha messo in difficoltà molto spesso i padroni di casa. Il 4-2-4 di Conte è stato contrastato efficacemente dalla velocità e dalla precisione del 4-4-1-1 di Malesani. Piccola digressione storica: il modulo bianconero è molto simile a quello del Brasile campione del Mondo del 1958, ma lo applicavano giocatori come Djalma Santos, Pelè, Vavà, Garrincha…altri tempi! Se si sfiancano i due centrali e le due ali esterne, com’è accaduto stasera, sono dolori. E il tecnico rossoblù ha saputo approfittare della situazione. In più ha finalmente saldato centrocampo e difesa, recuperando il gioco sulle fasce. In questo modo la squadra ha concesso poco agli avversari che hanno costruito poco: i gol sono arrivati, soprattutto il primo, da “amnesie” difensive che sono forse l’unico problema su cui dovrà lavorare Malesani. Finalmente Caracciolo ha fatto vedere di che pasta è fatto, Merkel è esploso con le sue doti da tre quartista, Rossi è tornato “settepolmoni” e “tuttofare”: così è arrivato un punto che ridà morale dopo le ultime prestazioni opache. Nel complesso, la squadra ha dimostrato tanta fisicità e forza di volontà: insomma, ha giocato “da Genoa”.

Mercoledì prossimo arriva la Roma al Tempio. Sarà un avversario ostico e tignoso, forse anche perché indecifrabile e imprevedibile. Potrebbe essere la riprova per il Vecchio Balordo per dimostrare che quello di ieri sera non è stato solo un fatto episodico.

Marco Liguori

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