Stasera abbiamo visto giocare il Genoa, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, per appena 15 minuti nel primo tempo. Poi la squadra di Mandorlini è uscita dal campo. Non occorre sollevare disquisizioni tecniche sulla gara di San Siro: ancor più che nelle scorse settimane, stavolta le statistiche della Lega di A sono molto eloquenti al riguardo.
Iniziamo dal possesso palla: 71% Milan, 29% Genoa. La partita è stata saldamente in mano ai rossoneri.
Tiri in porta: 20 per i padroni di casa, appena 4 per gli ospiti. Il Milan ha calciato 12 tiri fuori, 8 in porta con 1 gol, 1 su punizione, 7 in area. Il Genoa 1 fuori e 3 in porta: 2 sono quelli in area, che si riferiscono ai tentativi di Taarabt.
Occasioni da gol: ben 20 per i rossoneri e soltanto 4 per i rossoblù. Un criterio forse un po’ largo quello usato dalla Lega per questa voce: a memoria, ricordo soltanto proprio i due tiri iniziali di Taarabt in area avversaria che le statistiche riportano nel conto di quelle dei singoli giocatori. Comunque sia, la superiorità degli uomini di Montella è stata schiacciante: si può rimproverare loro una bassa resa, visto che il gol è stato provocato dal solito (e ormai cronico) errore dei rossoblù.
Palle perse: 27 Milan, 25 Genoa. Quasi equivalenti le distrazioni: tuttavia, una di queste è stata letale per il Grifone.
Palle recuperate: 30 milaniste, contro le 19 di parte genoana.
Considerazione sul centrocampo: da quando è stato ceduto Rincon (il vero errore del mercato di gennaio, probabilmente molto di più che la cessione di Pavoletti su cui almeno si ricavano 18 milioni di introito) non c’è più un giocatore capace di spezzare l’azione avversaria e di far ripartire la manovra in velocità. In più la mancanza di Veloso con le sue geometrie rende la squadra statica. Il trio Hiljemark-Cataldi-Ntcham non è riuscito a fare filtro e a costruire. Cataldi non riesce a giocare da regista: però le statistiche riportano che ha recuperato cinque palloni. Si potrebbe pensare a un suo impiego da incontrista puro. A proposito di incontristi: che fine ha fatto Rigoni? Assente al derby, oggi avrebbe potuto almeno rendere la linea mediana meno morbida.
Il modulo: un 4-3-3 che era in realtà un timoroso 4-5-1, senza neppure avere gli uomini adatti a farlo. L’unico reparto che ha funzionato, tranne Laxalt che rende poco in fase difensiva, è stata la difesa: Izzo, Biraschi, Munoz e Gentiletti hanno tenuto. Simeone non riceve ormai più palloni giocabili: è dalla partita di Empoli che ciò accade, oltre a un suo evidente calo di forma. Taarabt e Pinilla sembrano che possano dare un contributo limitato alla manovra offensiva. Mossa incomprensibile: Lazovic, l’unico che creava problemi agli avversari, è stato sostituito da Mandorlini con Edenilson, destinato a compiti di copertura, mentre il Genoa era in svantaggio.
Mancano nove partite per il Genoa: con queste prestazioni balbettanti, come si concluderà il campionato? Occorrerebbe la sfera di vetro per saperlo. E dopo la sosta per gli impegni delle nazionali, domenica 2 aprile, arriva l’Atalanta dell’ex tecnico Gian Piero Gasperini che viaggia nelle zone della classifica dove si lotta per l’Europa League. Con quanto visto nel derby e contro il Milan, sarà durissima fare punti. Passo e chiudo!