Grifone non arrenderti né ora, né mai

«Non farti cadere le braccia, corri forte, ma più forte che puoi. Non devo voltare la faccia, non arrenderti nè ora nè mai». Dopo la vittoria di stasera a Brescia, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, penso proprio che i giocatori del Genoa  con il tecnico abbiano pensato a questa canzone di […]


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«Non farti cadere le braccia, corri forte, ma più forte che puoi. Non devo voltare la faccia, non arrenderti nè ora nè mai». Dopo la vittoria di stasera a Brescia, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, penso proprio che i giocatori del Genoa  con il tecnico abbiano pensato a questa canzone di Edoardo Bennato. E’ una caratteristica del Grifone quella di non arrendersi mai, nonostante tutte le avversità piombate tra capo e collo negli ultimi giorni.Com’era anche il mitico Franco Scoglio: manco a farlo apposta oggi era il giorno del suo compleanno ed è arrivata una vittoria che mancava da troppo tempo. A tutto ciò bisogna aggiungere che la squadra aveva iniziato benino con il gol, ma era subito piombata in ambasce con il repentino pareggio del Cagliari. Poi c’è stata tanta buona volontà, ma poco, pochissimo costrutto: nonostante la “cura” del terzo tecnico stagionale, non c’era gioco. Anzi c’è stato il solito “palla lunga e pedalare”, con tanti lanci lunghi da 20-30 metri che erano preda dei difensori avversari. Poi De Canio ha giocato la carta Jankovic: non era solo una mossa per vivacizzare la manovra offensiva, ma c’era anche un altro motivo. In settimana, l’allenatore aveva fatto provare e riprovare ai suoi uomini i calci piazzati, in particolare le punizioni. Ed è stato ripagato con il missile dell’esterno serbo: l’importante era vincere e l’obiettivo è stato colto. Resta sempre la carenza cronica del tiro in porta: nel primo tempo, tranne il gol di Palacio non ci sono stati altri tentativi nello specchio del portiere sardo Agazzi. Gilardino si è ormai trasformato in un uomo di manovra: ma anche stasera, tranne qualche sprazzo, si è mostrato poco lucido. Bene Sculli, discreto Marco Rossi.

E adesso tutti pensano ai punti da raggiungere e alle tabelle salvezza. Credo che occorra prima capire cosa farà la Lega di A in base al criterio sportivo della contemporaneità delle partite. Quando si sono preparati i calendari, si è solo pensato alla vendita del “prodotto” campionato, senza pensare che già a partire da 3-4 giornate dal termine potesse accadere una lotta serrata per la salvezza e per lo scudetto con giuste proteste delle squadre ivi impegnate. Non era corretto che il Lecce fosse a conoscenza del risultato del Genoa in anticipo per la giornata di oggi: allo stesso modo non è gusto che i salentini giochino in anticipo lo scontro salvezza sabato con la Fiorentina, mentre il Grifone disputerà il giorno dopo la gara a Udine. Insomma, la Lega è bravissima a fare pasticci: avrebbe potuto imporre per le ultime giornate di giocare in contemporanea lo stesso giorno allo stesso orario per non falsare la competizione. Dovremo dunque vedere da domani quale soluzione i soloni di via Rosellini riusciranno a tirare fuori dall’urna. Per ora si può soltanto dire: meno due giornate, più tre per il Genoa sul Lecce. E, per dirla con Max Catalano di “Quelli della Notte”, «è meglio stare sopra di tre punti che sotto».

Marco Liguori

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