È arrivata la felicità 

Riprendo la frase del film “Amici miei” dal mio precedente editoriale: “Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione”. Così avevo descritto la genialità di Leonardo Pavoletti e devo dire, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, che ho avuto ragione a puntare su di lui come “el hombre del […]


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Riprendo la frase del film “Amici miei” dal mio precedente editoriale: “Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione”. Così avevo descritto la genialità di Leonardo Pavoletti e devo dire, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, che ho avuto ragione a puntare su di lui come “el hombre del partido” per la gara contro il Sassuolo. Il suo gol all’ultimo secondo ha fatto giungere un mare di felicità su tutto l’ambiente rossoblù: sui tifosi, che hanno sofferto dopo il momentaneo pareggio degli emiliani; su Gasperini che vede finalmente maturare i frutti del suo lavoro dopo infortuni e squalifiche; su tutti i giocatori che, ancora una volta, hanno avuto il pregio di insistere fino all’ultimo e di agguantare i tre punti; sul presidente Enrico Preziosi e sui suoi stretti collaboratori come suo figlio Fabrizio e Omar Milanetto. Merito anche dei preparatori atletici che hanno impostato, come già svolto nella scorsa stagione, l’esplosione della resistenza fisica nei finali di gara.

Eppure all’inizio sembrava una gara in salita per i padroni di casa. Il Sassuolo chiudeva ogni spazio e colpiva in contropiede, concedendo poco ai rossoblù che potevano tirare soltanto dal limite dell’area. Paolo Cannavaro bloccava Pavoletti: ma in occasione del secondo gol gli sfuggirà, per la forza di Pavogol di salire fino in cielo per colpire di testa il pallone. E tutt’a un tratto è arrivato l’episodio che ha sbloccato la gara: espulsi Berardi e Perotti. Negli studi di Telegenova, dov’ero ospite, ho pensato che la decisione dell’arbitro Rizzoli avrebbe penalizzato nel prosieguo della partita molto più gli ospiti che il Grifone. Il motivo è semplice: “El diez” sembrava poco incisivo e non riusciva a entrare in area con le sue serpentine. La marcatura con raddoppi a cui era stato sottoposto non gli consentiva libertà di movimento. Invece, Berardi è uno dei giocatori necessari agli efficaci, ma delicati, meccanismi del tecnico emiliano Di Francesco. L’inizio ripresa, 10 contro 10, lo dimostrava: il Sassuolo non riusciva più a colpire in contropiede e restava arroccato all’indietro. Ci ha pensato Rincón con un tiro a giro micidiale a sfondare il bunker neroverde.

La gara proseguiva con l’atteggiamento tattico del primo tempo a parti invertite: Genoa in contropiede, ben condotto, e il Sassuolo rovesciato in avanti a cercare il pareggio. I rossoblù hanno commesso l’errore di farsi schiacciare nel finale, in cui gli avversari hanno trovato il pareggio. Questione di secondi ed è arrivato il cross di Cissokho teleguidato per la testa di Pavoletti: il centravanti ha rimesso le cose a posto.

La vittoria di oggi lascia ben sperare per una rincorsa verso la parte sinistra della classifica. Domenica prossima arriva un altro avversario alla portata degli uomini di Gasperini: il Carpi ultimo in classifica. La posizione degli avversari non deve ingannare: occorrerà un’altra prova tutta ordine, grinta e convinzione per conquistare altri tre punti importantissimi. Passo e chiudo!

Marco Liguori

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