Che peccato! Ma adesso occorre pensare soltanto alla Fiorentina

Un’altra partita con la sgradevole sensazione dell’amaro in bocca. Questa è purtroppo, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, la conclusione della gara contro la Roma di ieri sera. Intendiamoci, perdere all’Olimpico contro una squadra in lotta per le piazze che portano all’Europa non è grave: è il modo in cui è maturata […]


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Un’altra partita con la sgradevole sensazione dell’amaro in bocca. Questa è purtroppo, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, la conclusione della gara contro la Roma di ieri sera. Intendiamoci, perdere all’Olimpico contro una squadra in lotta per le piazze che portano all’Europa non è grave: è il modo in cui è maturata che desta perplessità. Il Genoa soffre del suo solito male: ha concesso quasi un intero tempo agli avversari e un “bel” regalo con il gol di Osvaldo. La squadra è mancata completamente sulle fasce, presenta un Veloso sempre lento, un Mesto fuori ruolo a fare la mezzala e Belluschi che sembra un oggetto misterioso: mancando l’apporto sugli esterni, non c’erano i cross per Palacio e soprattutto per Gilardino che si è spento anche presto. L’amaro in bocca deriva anche dall’avversario che era poco in forma: nel secondo tempo era talmente in crisi da perdere minuti su minuti per rimettere la palla in gioco, senza che l’arbitro Giannoccaro intervenisse. Manco a farlo apposta nella simulazione che avevo compiuto nell’editoriale di domenica (clicca qui per leggere) avevo ideato un modulo 4-5-1 mobile, con le fasce occupate da Jankovic e Alhassan che avrebbero potuto mettere in difficoltà i giallorossi. A proposito, quando inizierà il Genoa a far giocare i giovani come appunto il ghanese che è oltre tutto nazionale del Ghana? La Roma stasera aveva in campo una “linea verde” di tutto rispetto che aveva il suo culmine in Lamela: quest’ultimo, assieme a Osvaldo, è stato lasciato libero di scorazzare in lungo e in largo. L’unica cosa da rilevare è almeno una certa reazione, sviluppatasi in particolare nel secondo tempo: ma è stata una reazione basata sui nervi, non sul gioco. 

Come ho scritto qualche settimana fa, la situazione è seria ma non è grave. Ed è ancora così nonostante la sconfitta: il Lecce è a 7 punti, margine ancora discreto dalla zona retrocessione. Ma a questo punto domenica occorre battere la Fiorentina per evitare complicazioni pericolose. Marino è chiamato a un compito non facile, anche perché potrebbe non disporre di Moretti (causa l’ennesimo infortunio) e non avrà Jankovic per squalifica. Se non rientrasse Sculli la fascia sinistra costituirà un rebus. Comunque, si chiude il capitolo Olimpico: adesso si penserà esclusivamente ai viola.

Marco Liguori

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