Che noia, che barba al Bentegodi! Ma non si poteva schierare Pandev dal primo minuto?

Soltanto il punto conquistato è l’unica nota positiva per il Genoa in un pomeriggio da sbadigli, senza occasioni da rete: forse il macedone dal primo minuto avrebbe potuto cambiare le cose

Marco Liguori

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Da dove nasce, miei amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, il noioso 0-0 di Chievo-Genoa? Una gara che ha fatto assomigliare il Bentegodi più a un luogo riservato alla siesta post pranzo che a uno stadio di calcio: l’immagine eloquente è questa del tifoso clivense che ronfava tranquillamente nell’intervallo. Che noia! Che barba! Una spiegazione può essere questa: il Chievo ultimo in classifica sa giocare in un solo modo, con un bunker difensivo circondato da una palude dove i centrocampisti cercano di smorzare le velleità offensive avversarie. Dal canto suo il Genoa ha scelto di giocare con un centrocampo di Panzer (Lerager-Radovanovic-Rolon) sperando di schiacciare la mediana avversaria: invece, gli uomini di Di Carlo non chiedevano di meglio, e hanno impelagato nella palude i rossoblù. Se poi aggiungiamo che il più veloce dei corazzati del Grifone, Lerager, aveva poca benzina e al contrario di Bologna non ha svolto un solo inserimento in attacco, si spiega così l’impasse e la mancanza di costruzione del gioco. Da aggiungere la giornata storta di Bessa e Kouamé che non sono riusciti a innescare “dinamite” Sanabria (anche lui poco incisivo) per far saltare la fortezza gialloblù.

Sanabria Sorrentino
Sanabria su Sorrentino (foto di Genoa CFC Tanopress)

D’altronde il condottiero Cesare Prandelli aveva poche alternative: lo si è visto nella ripresa quando è entrato Veloso che avrebbe dovuto essere il regista del gioco. Anche lui risucchiato nella palude dei padroni di casa. Manovre sulle fasce? Poche, soltanto a sinistra con Criscito: la destra ha funzionato un po’ solo con l’ingresso di Lazovic. Per aggredire aggirare il munito schieramento clivense, si sarebbe dovuto forse schierare Pandev dal primo minuto: magari con Bessa tra i mediani, schierato con licenza di sganciarsi verso l’area di rigore a supporto degli attaccanti. Dunque, mostrare subito i muscoli con una squadra veloce e scattante come quella vista nella ripresa contro la Lazio, cercando di chiudere la gara nella prima frazione di gioco, difendendo poi l’eventuale successo nella ripresa: ma forse le condizioni di Sanabria non consentivano questa variante.

Sorrentino Chievo Verona-Genoa
La disperazione di Kouamé (foto di Genoa CFC Tanopress)

Il pareggio “a occhiali” davvero mediocre sotto il profilo del gioco, ha comunque consentito al Grifone di allungare a 11 punti il distacco sul Bologna terzultimo: inoltre ha agguantato il Parma al 12° posto, che è letteralmente crollato 0-4 in casa col Napoli. Finalmente il Genoa di Prandelli è riuscito ad ottenere cinque risultati consecutivi che non otteneva dal marzo 2015, regnante il Gasperini II. Nonostante questi dati statistici positivi, dispiace molto per il Grifone che non è riuscito a spiegare le ali nel momento decisivo della stagione e a volare: un’eventuale vittoria colta nel balcone di Giulietta lo avrebbe condotto a quota 31 punti, all’undicesimo posto in coabitazione con il Sassuolo e a sole quattro lunghezze dall’agognata parte sinistra della classifica.

Domani la squadra riposa, poi da martedì si inizierà la preparazione per il match contro il Frosinone. Sarà una gara da non sbagliare e da onorare con una vittoria che lancerebbe i rossoblù verso il 10° posto. Prandelli avrà qualche giorno di tempo per riflettere sulle soluzioni da adottare. Passo e chiudo!

Prandelli
Mister Prandelli (foto di Genoa CFC Tanopress)
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