ESCLUSIVA PG, Giorgio Guerello: «Cuore e grinta, così il Genoa può vincere il derby»

L’esponente della Fondazione rossoblù: «E’ importante per i giocatori comprendere che è una gara a sé stante, gli schemi e le tattiche c’entrano poco. Pandev può essere l’uomo decisivo»

Pandev
Goran Pandev (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Motivazioni, cuore e grinta. E’ questa la “ricetta” proposta da Giorgio Guerello, esponente della Fondazione Genoa e grande tifoso, a Pianetagenoa1893.net per cercare di riaccendere la Lanterna con i colori rossoblù dopo quasi tre anni dall’ultima vittoria nella stracittadina genovese. Il pareggio contro il Napoli può essere un buon viatico per la Prandelli jazz band che potrebbe imporre la musica dei propri spartiti alla Sampdoria.

Quanta carica può aver dato il pareggio di Napoli al Genoa?

Dal punto di vista della squadra ha aumentato tanto l’autostima. Riguardo alla tifoseria, è salita la fiducia verso il derby. Ho apprezzato molto l’unità dimostrata dalla squadra a Napoli: anche dopo l’espulsione di Sturaro non si sono demoralizzati. Ho molto apprezzato anche il clima di partecipazione che aveva la panchina.

Si parla di Samp favorita per la posizione di classifica, mentre il Genoa è un outsider che può fare il colpaccio: è una possibile chiave di lettura?

Sì, è possibile perché il derby è una partita a sé: non contano i punteggi in classifica e lo si deve pensare come una gara a sé stante. Certo, i punti sono importanti come per l’attuale situazione in graduatoria dei rossoblù: ma l’importante è che sia giocata una gara da derby. E’ completamente diversa dalle altre partite, poiché ci vuole il cuore, la partecipazione, il senso di appartenenza non solo verso la squadra ma anche verso la città e la comunità genoana. Su questo, sono molto rammaricato del fatto che Sturaro sia stato squalificato, poiché assieme a Criscito avrebbero potuto dare quel senso di genoanità, di conoscenza dell’ambiente, e dell’importanza di questa partita a tutti i compagni. Entrambi hanno i colori rossoblù dentro e questo è particolarmente determinante in fase di pre-derby.

Prandelli confermerà il 3-5-2 adottato al San Paolo?

Io credo di sì: con gli uomini a disposizione è opportuno usare questo modulo. Ma, ripeto, al di là degli schemi, conta il carattere che i giocatori mettono in campo. Conta come si vive il pre-partita e la “cazzimma”, usando una parola napoletana visto che proveniamo dall’ultima gara a Napoli, che si ha dentro e che bisogna dimostrare. Occorre il cuore che conta più di moduli e strategie.

Può provare a tracciare una formazione rossoblù?

Userei quella di Napoli, partendo dal fatto che Biraschi deve giocare dal primo minuto. Credo che per il derby sia utile Bessa. Il dubbio è in attacco, nel senso che occorre schierare subito Pandev oppure in corso di gara: questa sarà la vera scelta strategica e tattica che dovrà adottare Prandelli. Il tecnico dovrà puntare sul macedone dall’inizio oppure se intende fare il colpo a sorpresa durante la partita. Indubbiamente il Pandev di questo periodo di campionato è un vero trascinatore.

Prendiamola con un sorriso: tra Pandev e Quagliarella quale dei due “vecchietti” potrebbe essere più determinante?

Diciamo entrambi. Per il Genoa, il Pandev attuale è un punto di riferimento per la squadra, poiché sa gestire perfettamente l’emotività in una gara particolare come questa e anche perché è molto in forma. Quagliarella ha dalla sua il numero dei gol segnati e la Sampdoria ha bisogno dei suoi gol.

Quando si parla di derby, entra in gioco l’amarcord e si parla di quelli del passato. Ha qualche ricordo particolare delle partite degli anni ‘70?

Ricordo che in quell’epoca, avevo 15-16 anni, i derby erano totalizzanti e mi sentivo male. L’ansia pre-derby era una cosa che coinvolgeva la mia vita: esiste anche da adulti, ma è avvertita in modo diverso. Invece da ragazzo, il derby era un momento apicale. La tensione era così elevata che avvertivo l’attorcigliamento delle budella.

Giorgio Guerello (Foto Pianetagenoa1893.net)
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