Tmw: i due casi in cui il Parma retrocederà  in serie D

Il destino del Parma Calcio si deciderà nella venerdì quando si terrà a Milano l’Assemblea di Lega. La Confindustria del Pallone deciderà se, in caso di fallimento della società, si possa finanziare l’esercizio provvisorio. “Il curatore fallimentare, – spiega Tuttomercatoweb – per chiederlo, ha bisogno di risorse a cui può attingere per farlo e da qui […]


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Il destino del Parma Calcio si deciderà nella venerdì quando si terrà a Milano l’Assemblea di Lega. La Confindustria del Pallone deciderà se, in caso di fallimento della società, si possa finanziare l’esercizio provvisorio. “Il curatore fallimentare, – spiega Tuttomercatoweb – per chiederlo, ha bisogno di risorse a cui può attingere per farlo e da qui conterà tantissimo la decisione della Lega Calcio, visto che da Giampietro Manenti, a meno di clamorosi ribaltoni, pare non esser destinato ad arrivare il cash necessario per far finire la stagione al Parma. Da lì, fino al 31 maggio, ci sarà tempo per organizzare due aste fallimentari”.

Ci sono due casi specifici in cui il club nerocrociato dovrà partire dai Dilettanti. “Il primo è chiaro – sottolinea Tmw – ovvero se non venisse concesso l’esercizio provvosorio e se le attività venissero bloccate. Il secondo è se le aste fallimentari dovessero andare tutte deserte, casi capitati in passato a Sambenedettese e Triestina. In quel caso, senza proprietà, non ci sarebbe l’iscrizione al campionato di B e la società fallirebbe e scomparirebbe, dovendo dunque ripartire dalla categoria Serie D. Un caso da non escludere in toto, visto che l’ammontare del debito sportivo del Parma è sostanzioso e resta da capire se una cordata, col club destinato a retrocedere sul campo in B, abbia intenzione di farsi carico di tutti gli oneri”.

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