Focus sul Carpi: i due modi per aggirare il forte emiliano

La provvisorietà del Carpi in Serie A è ben visibile nella costruzione della rosa: i sei giocatori dal valore di mercato più alto sono tutti in prestito, Gabriel Silva e Brkic dall’Udinese, Wallace dal Chelsea, Ryder Matos dalla Fiorentina, Marrone dalla Juventus e Cofie dal Genoa. Nonostante questo, in campo non ci finiscono i contabili […]


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La provvisorietà del Carpi in Serie A è ben visibile nella costruzione della rosa: i sei giocatori dal valore di mercato più alto sono tutti in prestito, Gabriel Silva e Brkic dall’Udinese, Wallace dal Chelsea, Ryder Matos dalla Fiorentina, Marrone dalla Juventus e Cofie dal Genoa. Nonostante questo, in campo non ci finiscono i contabili o i ragionieri, ma le idee di gioco e il Carpi, da questo punto di vista, offre alcuni spunti interessanti.

Gli emiliani hanno vinto lo scorso campionato di Serie B con il minor possesso palla: nella decisiva striscia di sette vittorie in otto gare tra marzo e aprile utile a dare certezza alla promozione, ad esempio, la squadra di Castori ha chiuso per sei volte il match con una percentuale di possesso inferiore (Avellino, 48%; Latina, 39%; Ternana, 44%; Bologna, 37%; Cittadella, 48%; Brescia, 47%).

Di base nel Carpi c’è un atteggiamento umile con due linee di uomini accorte sotto la linea del pallone, un centravanti lasciato di poco oltre il centrocampo pronto a lottare nei duelli aerei generati dai lanci lunghi. È facile immaginare in astratto che i biancorossi costruiranno un bunker di fronte a Belec rinunciando a fare gioco per capitalizzare al massimo i contropiede: come può, il Genoa, espugnare il forte emiliano?

Ci sono due modi: con il talento di un singolo (come Perotti, ahi, o Lazović) che salta due, tre marcatori e crea spazio per sé o per un compagno che segue l’azione, ovvero con un giro palla veloce finalizzato al cambio di gioco per aprire le maglie avversarie che hanno meno tempo per sistemarsi (specialmente su una seconda palla o un tiro ribattuto). Il Carpi non va valutato con la classifica in mano poiché in alcune partite ha perso nonostante meritasse almeno un punto: capitan Zaccardo ha trovato le giuste parole chiaro dopo la sconfitta interna con il Chievo, “scrolliamoci la paura e giochiamo perché non c’è più nulla da perdere”.

Alessandro Legnazzi

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