Nel 1995 il Genoa vince sul Torino e nel 2006 batte la Salernitana

Nel 1995 il Genoa vince sul Torino. Nella prima domenica di giugno, ultima di campionato, il Genoa doveva affrontare il Torino e aveva già un piede in serie B. Sembrava che il Padova fosse destinato a salvarsi al posto del Grifone. La domenica precedente, infatti, Genoa e Padova si erano date battaglia: doveva essere quello […]


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Nel 1995 il Genoa vince sul Torino. Nella prima domenica di giugno, ultima di campionato, il Genoa doveva affrontare il Torino e aveva già un piede in serie B. Sembrava che il Padova fosse destinato a salvarsi al posto del Grifone. La domenica precedente, infatti, Genoa e Padova si erano date battaglia: doveva essere quello il vero spareggio salvezza e il Genoa in un primo momento lo stava vincendo, ma l’arbitro Amendolia (espellendo Francesconi) era riuscito a mettere il campo in salita ai giocatori rossoblu, che a venti minuti dalla fine venivano raggiunti sul pareggio. Vincendo quella partita, il Genoa avrebbe messo la parola fine a tutta la faccenda ma ora la bilancia pendeva a favore del Padova, al quale sarebbe stato sufficiente un pareggio contro l’Inter per garantirsi la salvezza matematica, qualsiasi risultato avrebbe fatto il Genoa. I tifosi speravano, ma temevano il peggio: solo 22mila presenti per una partita così importante. Il Genoa attacca ma non graffia, il Toro gioca senza cattiveria. Pochi tiri in porta, il primo tempo finisce inevitabilmente a reti inviolate. All’inizio del secondo tempo la svolta della partita: dopo quattro minuti Skuhravy scaraventa in rete il primo pallone giocabile che gli arriva in area, dando al Genoa la vittoria della speranza, ultima a morire. Ma da Milano le notizie sono sempre negative, il Padova sta pareggiando. Si arriva così al 90′, col Genoa che vince per 1 a 0, ma che non si salva. Le squadre rientrano negli spogliatoi, a capo chino i rossoblu che lasciano la serie A dopo sei anni. Da Liverpool ai campi di provincia della serie B, dura da digerire per i tifosi. Mentre questi pensieri passano nella mente dei genoani, arriva la notizia che l’Inter ha segnato allo scadere e Genoa e Padova vanno allo spareggio. Improvvisamente, irrompe in campo dagli spogliatoi come un proiettile capitan Signorini, agitando le braccia in segno di giubilio. Una lunga corsa, come se con la palla al piede stesse puntando l’area avversaria, e poi arrivato ai piedi della Nord si lascia andare ad un’esultanza genuina, sincera, incontrollata. Tutti capiscono che la notizia di Milano è vera e che il Genoa non è ancora in B. Signorini, per dirlo, ha scelto di comportarsi come un qualsiasi tifoso della strada, uno tra i tanti, perchè anche per lui il Genoa non è solo un gioco, ma parte della sua vita. Il Genoa andrà allo spareggio col Padova e 20mila genoani lo seguiranno per l’ennesima partita della vita nella fatal Firenze, dove già s’era consumata la retrocessione del 1978 e la vittoria nella Coppa Italia del ’37. Dopo 120′ sotto la pioggia le due squadre saranno ancora sul pareggio e il verdetto sarà affidato ai calci di rigore: il Genoa ne sbaglierà uno più del Padova e cadrà in B per l’ottava volta. Sarà una via crucis interminabile e la risalita sarà ancora più lunga: dodici anni di delusioni e di improvvisi entusiasmi, di rabbia e di speranze, di contestazione e di colpi di scena sconcertanti, ma anche di infinita passione e di profonda umanità.                                                                                                                                                                            Undici anni dopo, nel 2006, il Genoa batte la Salernitana per 2-1. Era una partita da dentro o fuori: il Genoa aveva già perso a Salerno e, in caso di sconfitta, avebbe dovuto disputare un altro campionato di serie C. I rossoblu stavano giocando i play off, dopo che Lo Spezia aveva tolto loro il primo posto nel campionato di C con merito ma anche con veleni e manovre poco chiare che i genoani non avevano per niente digerito. Nella partita di andata a Salerno, a un minuto dalla fine Stellini, su 2 a 1 per la Salernitana, aveva battuto un rigore fondamentale: tiro, rete, speranze rinate per la squadra e per Stellini un posto nella storia. Al Ferraris per il ritorno lo stadio è pieno di 24mila spettatori. C’è tifo, ci sono speanze ma anche apprensione. I ragazzi in maglia rossoblu sono stati responsabilizzati a dovere da Vavassori, un sergente di ferro che conosce il calcio di chi suda e combatte sui campi di provincia. Dopo un primo tempo a reti inviolate, Stellini, ancora lui, porta il Genoa in vantaggio all’inizio della ripresa. L’urlo di liberazione del Ferraris verrà strozzato mezz’ora dopo da Magliocco che, svelto ad inserirsi ai limiti dell’area genoana in una delle rarissime incurisoni dei campani, azzecca un tiro imparabile per Scarpi. Manca un quarto d’ora alla fine ed è tutto da rifare: lo spettro della C aleggia sul catino di Marassi, la giornata è calda e i giocatori hanno dato tutto; la Salernitana, che deve solo distruggere e può correre meno rispetto a chi deve costruire, è favorita. Il Genoa attacca sotto la Nord, porta giù i palloni con la forza della disperazione, ma la Salernitana ribatte colpo su colpo e non corre rischi. Il 90′ si avvicina, i tifosi incitano i giocatori ma non si vede come uscirne. Quando improvvisamente, sull’ennesimo attacco del Grifone fermato dalla Salernitana ai limiti dell’area, Grabbi si butta col coraggio del condottiero sul difensore che sta per rinviare, c’è un rimpallo ed è lesto ad appropriarsi del pallone; poi, con un colpo di classe, lo fa sparire per farlo ricomparire sotto forma di un proiettile scagliato verso la porta a colpo sicuro. E’ la zampata del vecchio leone, che solo i frequenti problemi fisici hanno strappato alle platee del grande calcio. Il portiere è battuto, ma la traversa si mette tra il Genoa e la vittoria: la palla rimbalza dalla traversa in area, ricadendo con traiettoria dolce e lenta verso Lopez. Il portiere è spiazzato dal precedente tentativo e la porta è vuota. Lopez batte di testa in volo e la palla entra in rete. Quest’ultimo rimarrà nella storia del Genoa per questo gol che ha liberato migliaia di genoani dall’incubo della serie C. Il Genoa poi eliminerà anche il Monza vincendo la partita chiave in trasferta grazie ai gol di Zaniolo e Iliev e ritornerà in serie B, dove nel giro di un solo campionato raggiungerà la serie A, per dare inizio, nelle speranze dei tifosi e della presidenza, ad una nuova epopea rossoblu degna del grande passato.

 

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