Nel 1953 il Genoa batte il Legnano per 2 reti a 0

Nel 1953 il Genoa batte il Legnano per 2-0. All’epoca il Genoa era al secondo anno di serie B: la seconda retrocessione (avvenuta nel ’51) aveva lasciato un segno profondo nei tifosi che, pur continuando ad amare la squadra, non avevano più fiducia nella dirigenza. Tuttavia è un Genoa forte, costruito con criterio, e questa […]


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Nel 1953 il Genoa batte il Legnano per 2-0. All’epoca il Genoa era al secondo anno di serie B: la seconda retrocessione (avvenuta nel ’51) aveva lasciato un segno profondo nei tifosi che, pur continuando ad amare la squadra, non avevano più fiducia nella dirigenza. Tuttavia è un Genoa forte, costruito con criterio, e questa volta potrebbe farcela: infatti è primo in classifica, ma il margine con il Legnano è sottile e deve vincere la partita a tutti i costi. Il colpo d’occhio del Ferraris è quello da emozioni forti; anche se il Grifone è in B, il tifo che lo sostiene è da grande squadra e il Legnano capisce subito che uscire indenne dal catino di Marassi sarà un’impresa ardua. Ma durante il riscaldamento, ecco il colpo di scena che i tifosi genoani ignorano: il vecchio portiere titolare ‘Nani’ Franzosi ha sentito un dolore alla schiena e non ce la farà a giocare. Viene sostituito da Gandolfi, proveniente dal Torino; questa partita costituisce il suo esordio al Ferraris. Il Legnano, che persegue l’obiettivo dello 0 a 0, in una puntata offensiva guadagna una punizione dal limite dell’area, calcia Eidejfiall e mette la palla all’incrocio dei pali. Pallone pericolosissimo che dà l’impressione del gol, ma Gandolfi vola e manda in angolo; il Ferraris esplode in un applauso. Da quel momento il giovane portiere verrà acclamato dalla tifoseria e non uscirà più di squadra fino all’ultima giornata. Gandolfi resterà al Genoa fino al campionato 1958/59, fornendo un buon rendimento in una decade che ha visto la porta rossoblu difesa da nomi importanti come Franzosi, Ghezzi e Buffon. Il pericolo scampato mette le ali al Grifone che nel giro di cinque minuti sblocca la partita col suo funamboliere ‘Roccia’ Dalmonte (15′). Forte del vantaggio, il Genoa può controllare il gioco senza scoprirsi e arriva al riposo sull’1 a 0. Nella ripresa il Legnano si gioca il tutto per il tutto e diventa più aggressivo, la partita sale di tono agonistico e il Genoa capisce che non può limitarsi a controllare senza correre il rischio di subire il pareggio. Lo stadio di Marassi, pieno come nelle grandi occasioni, reclama a gran voce il gol della tranquillità e il giovane centravanti Firotto trova il modo di mettere tutti col cuore nelle rose, infilando, al 68′, la palla del 2 a 0. E’ l’apoteosi: i tifosi sentono di avere la promozione in tasca, tuttavia dovranno aspettare ancora quattro partite.E quando al Ferraris arriverà il Fanfulla di Lodi e il Genoa vincerà per 1 a 0, dalla Gradinata Nord salirà in cielo una grande ‘A’, accompagnata da un mare di palloncini rossoblu. Finito il campionato, la Società festeggierà insieme alla ritrovata serie A anche il sessantesimo anniversario del sodalizio, disputando un incontro amichevole con una rappresentativa di Londra, in uno stadio addobbato a festa e onorato dalla presenza di altre Società e del presidente della federazione Ottorino Barassi. Il Genoa che torna nella massima serie è ancora la squadra che ha vinto più campionati italiani, ma non troverà un presidente capace di riportarla in alto; ci penserà una tifoseria che non ha eguali a tenerlo in vita, in attesa del presidente del destino capace di vincere il campionato del decimo scudetto.

 

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