Nel 1927 il Genoa batte l’Alba a Roma

Nel 1927 il Genoa batte l’Alba a Roma. Ernesto Ghiorzi, vice presidente del Genoa, colse l’occasione della trasferta nella capitale per organizzare il primo volo di una squadra italiana: l’aereo costituiva una novità e lo spirito del Genoa era caratterizzato dal desiderio di confrontarsi con le novità, di essere sempre presente e protagonista in quanto […]


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Nel 1927 il Genoa batte l’Alba a Roma.

Ernesto Ghiorzi, vice presidente del Genoa, colse l’occasione della trasferta nella capitale per organizzare il primo volo di una squadra italiana: l’aereo costituiva una novità e lo spirito del Genoa era caratterizzato dal desiderio di confrontarsi con le novità, di essere sempre presente e protagonista in quanto squadra guida del calcio italiano. L’impresa suscitò l’interesse dell’opinione pubblica e la squadra, arrivata a Roma, venne ricevuta in Campidoglio dal podestà della capitale.

Tuttavia i tempi stavano cambiando e nel campionato italiano nuovi protagonisti chiedevano visibilità: il Torino affiancava il Bologna tra le squadre più forti e sta va crescendo la Juventus.

L’egemonia del Genoa è a forte rischio: tecnicamente la squadra è sempre da primi posti, ma forse non è più al livello di quella che ha vinto gli ultimi campionati.

Bisognava fare il punto della situazione e studiare nuove iniziative per non rischiare un ridimensionamento; De Prà, attento osservatore delle cose di calcio italiane, inizia a parlare con i dirigenti, sottolineando le grandi realtà emergenti e invitandoli a prendere iniziative in merito, convinto che i successi degli ultimi dieci anni siano stati possibili solo perché il destino ha voluto che una generazione di campioni nascesse sotto la Lanterna. Tuttavia la Società è molto orgogliosa e continua a sentirsi la prima d’Italia.

A Roma il Genoa scende in campo con la determinazione di sempre, l’Alba è una squadra modesta ma vorrebbe ben figurare.

Questa la formazione che disputò l’incontro: De Prà, Lombardo, De Vecchi, Barbieri, Burlando, Scapini, Aycard, Valentino, Catto, Gastaldi, Levratto.

La partita è combattuta e i rossoblu impiegano trentotto minuti per andare in goal: lo fanno con Aycard, ma vengono subito raggiunti sull’1 a 1 un minuto dopo. Solo un’autorete di Mattei permette al Genoa di andare a riposo in vantaggio.

Nel finale del secondo tempo, al 85′, Levratto porterà a tre le reti di una partita da ricordare più per quello che il Genoa ha fatto fuori dal campo, arrivando a Roma in volo.

A fine campionato l’Alba retrocederà e si fonderà con la Fortitudo e con la Roman per dar luogo alla Roma. E proprio per fare posto alla Roma, le autorità Federali chiederanno al Genoa di fondersi con l’Andrea Doria, sostenendo che la città di Genova non può permettersi tre squadre.

E’ un’ingiustizia perché Genova è la culla del calcio italiano ed è un arbitrio privarla di squadre che esistono da sempre, ma Roma ha un potere illimitato e ciò che vuole lo ottiene. Sembra proprio che l’idea di fondere il Genoa con l’A. Doria sia un’ossessione perché già nel 1903 il presidente dell’A. Doria Zaccaria Oberti ne aveva fatto richiesta.

I dirigenti del Genoa però, con grande capacità e carisma, riusciranno a far valere i diritti della più antica società di calcio italiana e ad ottenere che siano Sampierdarenese e Andrea Doria a fondersi in un’unica squadra, chiamata Dominante.

Il Genoa è salvo e la leggenda continua.

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