Nel 1904 nasce la leggendaria ala sinistra Levratto

Nel 1904 nasce a Carcare (Savona) Virgilio Felice Levratto, una delle più potenti e leggendarie ale sinistre che il Genoa abbia mai avuto. Proverbiale potenza del suo tiro mancino che spaccava le reti e terrorizzava i portieri (come accadde nel corso della partita della Nazionale contro il Belgio durante le Olimpiadi di Parigi nel 1924, […]


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Nel 1904 nasce a Carcare (Savona) Virgilio Felice Levratto, una delle più potenti e leggendarie ale sinistre che il Genoa abbia mai avuto.

Proverbiale potenza del suo tiro mancino che spaccava le reti e terrorizzava i portieri (come accadde nel corso della partita della Nazionale contro il Belgio durante le Olimpiadi di Parigi nel 1924, quando l’estremo difensore avversario, colpito al volto da una delle sue ‘bombe’ si rialzava con la lingua sanguinante e nell’azione successiva, con Levratto solo davanti a lui che sta per sferrare il tiro, si rifugia dietro il palo), Levratto nasce calcisticamente nel Vado, dove rimane per quattro stagioni (dal ’20 al ’24). Qui è il principale artefice della vittoria della prima edizione della Coppa Italia, ottenuta nel 1922 dal piccolo sodalizio rivierasco.

Una stagione all’Hellas di Verona (come veniva denominato allora il club scaligero) e poi la scelta tra le due società che se lo contendono: Juventus (con la quale aveva effettuato una tournée in Germania nell’estate del ’22, mettendo a segno 10 goal in 7 partite) e Genoa. Levratto decide di trasferirsi a Genova, dove rimarrà per ben 7 stagioni (dal 1925 al 1932), segnando 84 reti, alcune delle quali memorabili.

La Nazionale lo chiama per la prima volta quando ancora milita nel Vado (Italia-Spagna, del 25 maggio 1924 alle Olimpiadi di Parigi) e per un lustro rimarrà titolare fisso in maglia azzurra, con la quale disputerà ben 28 incontri, con 11 reti al suo attivo.

Nel corso della sua carriera ha la sfortuna di non riuscire a vincere neppure uno scudetto: il Genoa, quando Levratto entra a far parte della squadra, arriva solamente secondo (nel 1928 e nel 1930), come seconda è pure l’Ambrosiana (sia nel ’33 che nel ’34), quando la società meneghina si avvale delle sue prestazioni. La sua vicenda calcistica continua alla Lazio (dal ’34 al ’36), per poi concludersi in serie C al Savona (per 3 campionati) e alla Cavese.

Edilio Pesce lo ricorda così: “Levratto fu il prototipo del giocatore d’ala, poiché alla potenza del tiro sapeva unire la scioltezza dei movimenti (una massa di muscoli il suo corpo), il cross improvviso, la rovesciata sorprendente, il colpo di testa deciso, il dribbling mozzafiato, un bagaglio di classe e di stile, un repertorio di prim’ordine. Levratto fu il beniamino dei sostenitori genoani perchè univa alle innegabili doti tecniche capacità di trascinatore per la sua irruenza e la caparbietà di giocare ogni palla come se si trattasse dell’ultima partita della sua carriera e di andare in gol anche nei momenti in cui il match si faceva sempre più incandescente”.

 

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