Non è ancora tempo per cambiare modulo. Il Genoa deve continuare a percorrere la comoda strada del 5-3-2 cercando di aggiungere qualità in ogni reparto. Se contro l’Atalanta la fase difensiva ha fatto un passo indietro, lo stesso può dirsi dell’attacco: il Grifone non ha bocche da fuoco capaci di mettere in rete più di un pallone a partita. I tre 1-0 con Crotone ed Hellas Verona parlano chiaro. Se il Genoa imbarca più di un gol le possibilità di fare punti precipitano rasentando lo zero: solo a Cagliari la squadra rossoblù ha fatto il colpaccio con due reti al passivo. Era metà ottobre, due mesi fa: sembra passata una vita.
Ballardini studia quotidianamente le evoluzioni del gruppo. La squadra è cresciuta molto, soprattutto in autostima: dal punto di vista tecnico il Grifo non ha nulla da invidiare alle altre compagne della parte destra della classifica. Il Genoa possiede un potenziale che esprimerà migliorando la condizione atletica generale: Ballardini non ha capelli ma il disastro atletico che ha ereditato è come se glieli avesse fatti rizzare. Ci vorrà del tempo, forse anche un mini ritiro invernale utile ad allestire un richiamo di condizione. Pilati e Barbero avranno il loro da fare durante le festività.
I giocatori del Genoa si sentono sicuri nell’interpretare il 5-3-2. Come un artista che dopo una bronchite decide di esibirsi dal vivo con il suo cavallo di battaglia, quello che conosce meglio. Il 4-3-3 visto a gara in corso contro l’Atalanta ha prodotto un possesso palla rossoblù prevedibile, smarcamenti lenti e nessuna occasione pericolosa verso Berisha. Non è questione di adattabilità ma abitualità e psicologia. Il Genoa ha superato la crisi di risultati con la difesa a cinque (Rosi e Laxalt sono tornanti) e continuerà a far bene con lo stesso schieramento. Non è ancora tempo per cambiare modulo.
