Vox Populi, Vox Dei. Questo proverbio stabilisce la verità di una cosa, quando il popolo è concorde nell’affermarla.
E facciamoci quindi tornare in mente le contestazioni durante e dopo il derby di Boselli, e la selva di fischi che piovve dagli spalti dell’Olimpico sui giocatori capitolini per l’immonda prestazione del primo tempo del Lazio-Genoa sotto inchiesta.
L’augurio è che, costi quel che costi anche in termini di penalizzazioni o retrocessioni, venga fatta pulizia totale. Se qualcuno ha lucrato, speculato, rubato, sfruttando la maglia del Genoa e sulla pelle dei Genoani, è bene che si sappia e che venga punito pesantemente. Anche patrimonialmente.
La maglia del Genoa è un affetto supremo per tutti noi. Meglio vederla difendere da ragazzini scarsi in un campo di periferia, piuttosto che saperla ancora sulle spalle di qualche “Giuda” professionista anche fosse al Nou Camp.
Con ieri siamo entrati nella fase spettacolare di questa ennesima puntata di Calciopoli o Scommessopoli. Ovviamente uno spettacolo all’italiana.
I vertici del calcio si indignano e sono increduli. Le società di calcio si indignano e sono incredule. Allenatori e calciatori si indignano e sono increduli. I coinvolti sono increduli ma sereni. E tutti insieme condividono che c’è del marcio in questo calcio. Che questo calcio è da cambiare. Ma dimenticano di essere essi stessi i produttori, i registi e gli attori protagonisti proprio di questo calcio da cambiare.
Quando per capire perché il calcio è malato, sarebbe sufficiente ascoltare i sempre più inascoltati tifosi. E ricordarsi che Vox Populi, Vox Dei.
Federico Santini
