Storia di “Tony” Floro Flores, lo scugnizzo del Rione Traiano

Michela è la moglie. Stanno insieme da quand’erano ragazzini. La mamma di Tony (nel rione Traiano lo chiamano tutti così), le tagliava i capelli da bambina. I primi sguardi, la scuola, la cotta di una vita. A diciannove anni decisero di convivere: lui andò alla Samp, lei lo seguì. «Siamo sempre insieme, sabato me lo […]


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Michela è la moglie. Stanno insieme da quand’erano ragazzini. La mamma di Tony (nel rione Traiano lo chiamano tutti così), le tagliava i capelli da bambina. I primi sguardi, la scuola, la cotta di una vita. A diciannove anni decisero di convivere: lui andò alla Samp, lei lo seguì. «Siamo sempre insieme, sabato me lo godrò al San Paolo».

La famiglia Floro Flores sarà quasi tutta lì. Una quindicina i biglietti procurati. Gli ultimi due li ha chiesti un vicino di casa. E come fai a non accontentarlo. Via Marco Aurelio, il palazzo sulla destra, quello dopo la salitina. Cognome spagnoleggiante, anima napoletana. Il parcheggiatore in strada è un amico. «Floro è un campione. Lo ricordo ch’era bambino, giocava nel campetto della Medaglia Miracolosa» . Quartiere di piedi buoni. La squadra di calcetto del Rione farebbe spettacolo. Floro è di zona, Cutolo abita a due passi, i Cannavaro stanno vicino, Foggia è lì, e qualche altro talento s’è perso. Papà Armando apre le porte di casa. Baffetto, fisico asciutto, un passato da calciatore: «Giocavo davanti alla difesa, Tony ha sangue mio».

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