Verona-Genoa: sfida in equilibrio tra gli attacchi

Una sconfitta, un pareggio ed una vittoria: sinora il Vecchio Balordo ha inanellato tutti i risultati possibili, anche stravolgendo la “logica” delle fredde statistiche e delle percentuali redatte dalla Lega (meglio, dalla “Panini Digital”). Rimanendo in tema di statistiche, e vestendo i panni di un novello Renato Mannheimer, analizziamo i dati delle due compagini (Hellas […]


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Una sconfitta, un pareggio ed una vittoria: sinora il Vecchio Balordo ha inanellato tutti i risultati possibili, anche stravolgendo la “logica” delle fredde statistiche e delle percentuali redatte dalla Lega (meglio, dalla “Panini Digital”). Rimanendo in tema di statistiche, e vestendo i panni di un novello Renato Mannheimer, analizziamo i dati delle due compagini (Hellas Verona e Genoa) tenendo sempre bene a mente il “pollo” tanto caro a Trilussa.

Domani sera il Grifone, Pinilla in testa, andrà a Verona per far visita a Luca Toni e compagni con la consapevolezza che dopo tre gare gli Scaligeri non sono ancora incappati in una sconfitta e veleggiano sul gradino più basso del podio (virtuale).

Partiamo dai gol fatti: il Genoa è assestato su una media di 0,7 reti a partita (tutte – solo due – siglate da Pinilla). L’Hellas, di contro, “vanta” la media di un gol segnato in ogni gara sin qui disputata (Toni e Ionita in rete; un autogol a favore arrivato da Pisano del Palermo). Sinora i gialloblu hanno dimostrato di preferire il secondo tempo per mettere la palla in rete (due reti su tre) mentre l’unico gol subìto è arrivato nel secondo quarto d’ora della prima frazione. Il Genoa “preferisce” insaccare nella porta avversaria nell’ultimo quarto d’ora, primo o secondo tempo poco importa. Gasperini faccia le sue considerazioni.

Tiremm innanz.

Sui corner le due compagini viaggiano a braccetto, con 4,3 calci d’angolo battuti. La “pericolosità” vede avanti l’Hellas Verona con 25’02” di possesso palla (nella metà campo avversaria) contro i 21’23” del Genoa. In generale, il Genoa ha tenuto palla per il 42,7% del tempo (medio su tre gare). Pochino!

Tiri totali? Il Genoa 8,0 (dei quali 3,3 “dentro”) l’Hellas Verona 9,3 (3,7 dentro). Sulle “palle giocate” i gialloblu surclassano i rossoblù: 525 contro 470. Anche nei passaggi “riusciti” i padroni di casa sono avanti con il 66,7% contro il 57,1% degli ospiti. L’indice di pericolosità è nettamente a favore, manco a dirlo, della squadra allenata da Andrea Mandorlini, che in tabella riporta un 40,9% mentre la compagine di mister “Gasperini 2.0” è ferma sul 33,7%. Tanto per avere le idee più chiare, al top della graduatoria c’è la Juventus con un bel 59,8% (il Torino chiude la classifica con il 29,0%). La Mole Antonelliana nel bene e nel male.

Nella metà campo avversaria, sempre secondo le statistiche redatte da “Panini Digital” dopo tre giornate, la supremazia territoriale “accumulata” dall’Hellas Verona è stata pari a 9’03”, quella del Genoa s’è avuta per 7’12”.

Tra i giocatori la fa da padrone Perin con 14 parate contro le 10 del suo omologo veronese Rafael. Sulle palle recuperate se la giocano De Maio (61) e – toh, guarda chi si rivede – Tachtsidis (65).

Alla fine della fiera, come direbbe qualcuno, “leggendo” tutti i numeri possiamo dire una sola cosa: siamo lì, anche se il piatto della bilancia pende leggermente dal lato dei veronesi.

Ma la storia cosa ci dice? Ci dice, tanto per iniziare, che l’ultima vittoria del Grifone in Serie A risale alla stagione 1957/58 (1-3), Del Monte e doppietta di Abbadie in risposta al vantaggio iniziale veronese di Tesconi. Dagli anni ’60 del secolo scorso il segno più gettonato è l’1 (14 volte, l’ultima la scorsa stagione: 3-0) mentre la X è uscita in undici circostanze (Fondazione Genoa docet); il Genoa ha vinto una sola volta.

Alfonso Magno

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