Quando il Genoa colse la terza di quattro vittorie consecutive con un 4-1 interno al Cesena

Domenica 9 gennaio 1977 scese al “Luigi Ferraris” di Genova il «fanalino di coda» (ruolo che avrebbe occupato anche alla fine del campionato, con soli 16 punti in classifica, esattamente la metà di quelli ottenuti nella stagione precedente, in cui in virtù dell’unico risultato utile ottenuto da una squadra ospite del Torino, quel giorno – […]


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Domenica 9 gennaio 1977 scese al “Luigi Ferraris” di Genova il «fanalino di coda» (ruolo che avrebbe occupato anche alla fine del campionato, con soli 16 punti in classifica, esattamente la metà di quelli ottenuti nella stagione precedente, in cui in virtù dell’unico risultato utile ottenuto da una squadra ospite del Torino, quel giorno – 16 maggio 1976 – campione d’Italia, era riuscito a precedere i «cugini» emiliani del Bologna per migliore differenza-reti, soffiando ad essi l’ultimo posto disponibile per la qualificazione alla Coppa U.E.F.A.) Cesena, che nelle prime undici giornate di campionato aveva ottenuto solamente un pareggio per 1-1 a Milano contro l’Internazionale e uno per 0-0 in casa nel derby regionale contro il Bologna e una vittoria interna per 1-0 contro il Catanzaro. Il Genoa, che aveva ottenuto il primo successo in campionato solamente nel precedente incontro casalingo, con il 3-1 inflitto alla Lazio domenica 19 dicembre 1976, aveva poi espugnato domenica 2 gennaio 1977 per 3-2 il “Pino Zaccheria” di Foggia, raggiungendo una posizione più rassicurante di classifica, alla pari di Roma e Sampdoria (poi retrocessa), con 9 punti (uno di vantaggio sui «satanelli» pugliesi, due su Bologna e Catanzaro e cinque sul Cesena). La prospettiva di incontrare in successione tra le mura amiche i modesti Cesena e Catanzaro (le due squadre che avrebbero accompagnato la compagine blucerchiata nella sua seconda discesa nella cadetteria) autorizzava in chi aveva a cuore le sorti del Grifone speranze di raggiungere, come poi sarebbe accaduto, il poker di vittorie consecutive nella massima serie («filotto» mai più eguagliato a livello di massimo campionato dal Genoa, neanche in stagioni ben più esaltanti di quella come nel 1990/1991 e nel 2008/2009).

   Di fronte a circa trentacinquemila spettatori, il risultato venne sbloccato al 35’ del 1° tempo dall’ala sinistra rossoblù Gregorio «la jena di Cogliate» Basilico, il quale approfittò di una pallone ribattuto dalla difesa cesenate su un cross dalla destra di Sergio «Rosso» Rossetti e vagante nell’area di rigore per segnare con un sinistro «strozzato», che si infilò nell’angolino basso alla sinistra di Lamberto «Bongo» Boranga (pronto a respingere ventisei minuti prima un bolide di Giuseppe «Oscar» Damiani sr.), la sua unica rete in Campionato (e in assoluto in Serie A) nel suo biennio di permanenza al Genoa (a cui sarebbe seguito il cosiddetto «goal olimpico», cioè con un tiro diretto dalla lunetta del calcio d’angolo, per il provvisorio 2-0 nell’incontro di Coppa Italia, disputatosi mercoledì 24 agosto 1977 allo “Stadio della Vittoria” di Bari e perso dai «galletti» locali per 1-2). Nella ripresa, dopo che, passati pochi secondi, il signor Maurizio Mattei di Macerata non aveva sanzionato con la massima punizione un atterramento di Damiani sr. da parte di Giancarlo «Tufuello» Oddi, il Genoa raddoppiò al 4’ con un colpo di testa di Roberto «o’Rey di Crocefieschi» su calcio d’angolo battuto da Basilico e triplicò un quarto d’ora dopo con la mezzala Pietro «Pierino» Ghetti, smarcato in area di rigore da un suggerimento del compagno di reparto Ignazio Arcoleo. Tre minuti dopo che Mattei non aveva concesso un evidente calcio di rigore agli ospiti per atterramento di Emiliano Macchi da parte di Antonio Matteoni ed Angelo Castronaro, il Cesena accorciò le distanze al 31’ con una rete di Gianluca «Gil» De Ponti, abile a sfruttare un lancio in profondità di Mario «il cervello» Frustalupi. Tre minuti dopo, Pruzzo, imbeccato da Castronaro, trafisse, dopo essersi liberato in velocità dell’esordiente Corrado Benedetti e di Oddi, Boranga con un angolatissimo diagonale di interno destro, che diede al Genoa il definitivo 4-1 e provocò maretta in Tribuna, quando il «Dottor» Fulvio «Fuffo» Bernardini II (Commissario Tecnico degli Azzurri), il quale in precedenza aveva detto che il centravanti rossoblù (quel giorno, in virtù della doppietta, in testa alla classifica marcatori con 10 reti alla pari del torinista Francesco «Ciccio» Graziani sr., che al termine del Campionato, con 21 segnature, lo avrebbe preceduto di tre lunghezze) non era ancora pronto per la Nazionale Italiana, lasciò lo stadio.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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