PREZIOSI: «Possibile divorzio con Gasperini in caso di certe situazioni economiche e professionali»

Il presidente ha lasciato balenare l'idea di fare «un passo indietro» con il tecnico solo se ricorressero determinate e particolari condizioni


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«Questo è il quarto anno, ne abbiamo altri due (di contratto, Ndr), è ovvio che di fronte a certe situazioni economiche e professionali un passo indietro lo faremo». Ai microfoni di Radio Anch’io Sport (Radio Uno Rai) il presidente del Genoa Enrico Preziosi lascia intravedere un possibile divorzio con il tecnico Gasperini: ciò solo se ricorressero determinate e particolari condizioni. Il caso scoppia a soli due giorni dalla vittoria nel derby contro la Sampdoria e nell’immediata vicinanza della sfida di Europa League contro lo Slavia Praga.

“Vincere tre derby consecutivi è una grande soddisfazione e poi la vittoria dura 4 mesi, fino al prossimo scontro, quindi siamo serenissimi”. Il presidente del Genoa Enrico Preziosi, intervenuto ha poi parlato sulla bella vittoria di sabato scorso nel derby con la Sampdoria. “Sculli unica punta? Gasperini credeva in quella mossa tattica, io ero già stato informato e non mi ha sorpreso, ovviamente ha avuto i suoi effetti positivi. Le critiche dopo Livorno? Gasperini rimane uno dei migliori tecnici d’Italia. Io lo vedo in campo come lavora”. Il Genoa ormai sembra essersi ricavato uno spazio importante nel panorama calcistico italiano e spera di potersi consolidare. “Le squadre devono vivere sul collettivo, noi abbiamo inserito elementi di qualità -spiega Preziosi- le ambizioni ci sono, ma quelle senza fondamento danno solo illusioni ai tifosi. Noi vogliamo costruire passo dopo passo, abbiamo diversi giocatori in prestito, ci sono investimenti che daranno frutti”. Preziosi parla anche della Juve, che tra l’altro sembra interessata a giocatori che hanno a che fare con il Genoa, come Ranocchia. “Quando si compra un giocatore in squadre come la Juve ci sono sempre i riflettori accesi -spiega- lo abbiamo visto ieri sera con Huntelaar che dopo le critiche e’ stato capace in un minuto di accendere la luce al Milan. Alcuni giocatori non stanno rispondendo, non so se è una questione di modulo, ma io non credo che non abbia qualità la Juve, alcuni non stanno rendendo secondo le aspettative ma bisogna chiedersi il perché. Diego è uno dei migliori giocatori d’Europa ma forse non si adatta al progetto tattico. Quanto a noi, non vogliamo essere un supermercato di Juve, Inter e Milan, abbiamo esigenze di bilancio. La cessione di Milito è stata dolorosa ma ci ha portato una serie di scambi interessanti, noi non vogliamo far cassa. Milito ci manca fuori e dentro al campo, pero’ guardando la classifica abbiamo gli stessi punti dell’anno scorso, dobbiamo essere solo soddisfatti”.
Col calcio si puo’ guadagnare? “No -risponde- basta guardare i bilanci, abbiamo soltanto perso. Sarebbe anche giusto cercare guadagno ma in questo contesto è impossibile. Se si vende tanto per vendere, poi si rischia di fare campionati di sofferenza e io questo voglio evitarlo a me stesso e ai tifosi”. Il patron rossoblu’ continua: “Abbiamo sfiorato la Champions lo scorso anno. Oggi siamo in Europa League ed è una grande opportunità per fare esperienza. Se riusciremo a fare bene in campionato, senza grandissime ambizioni, e fare bene in Europa in futuro avremo maturato maggiore esperienza anche in campo internazionale. Lo scorso anno tutte quelle che hanno fatto le coppe hanno sofferto parecchio, noi siamo sesti a un punto dalla quinta e vuol dire che noi siamo li'”. Preziosi parla poi di razzismo, dei cori rivolti all’interista Mario Balotelli e dei rapporti con i tifosi. “Quando ci sono cori offensivi la partita deve esser sospesa. Magari si fa un primo avviso e al secondo basta. Anche dare la responsabilità al capitano è sbagliato perchési rischierebbe di perdere a tavolino. I responsabili in campo devono prendere la decisione. Bisogna intervenire e non bisogna penalizzare per un tifoso la società. Non è vero che le società quando danno gli abbonamenti conoscono bene i tifosi, la tessera si compra al botteghino. Uno stadio attrezzato anche con una cella per portare dentro chi crea problemi sarebbe normale in una democrazia, ma noi in Italia non abbiamo neppure una struttura per fare questo”.

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