Il giorno del déjà  vu

Sei volti noti aggiungeranno un pizzico di interesse alla sfida tra Genoa e Livorno


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Un déjà vu per sei. L’approdo al “Ferraris” del Livorno non rappresenta una semplice trasferta per diversi elementi che nel loro passato hanno vestito la maglia rossoblù. Alcuni hanno contribuito in maniera considerevole ai risultati del Grifone, altri sono stati solo comparse, ma il passaggio al Genoa costituisce comunque per tutti qualcosa di speciale.

Fabio Galante ormai è a fine carriera ed ha già incrociato parecchie volte la sua ex squadra. Ciò non toglie che una certa emozione sarà ugualmente avvertita. Un difensore che all’ombra della Lanterna ha vissuto i migliori anni della propria carriera candidandosi come uno degli elementi di maggior prospettiva dell’intera serie A. Aspettative mantenute solo in parte. Approdato all’Inter, infatti, il toscano ha incontrato qualche difficoltà, non riuscendo a confermarsi ad alti livelli. Onesta ma nulla più la parentesi al Torino così come quella al Livorno. Se le ragazze ricordano Galante per la sua avvenenza, i genoani non possono dimenticare l’errore dal dischetto nello spareggio contro il Padova che costò la retrocessione in serie B.

Un’altra vecchia conoscenza è quella del portiere Rubinho, fratello dell’ex genoano Zè Elias e protagonista della cavalcata dello scorso anno conclusa dalla squadra al quarto posto. Un arrivo in sordina ai tempi della B, il posto conteso a Nicola Barasso e poi una progressiva escalation che gli ha permesso di diventare uno degli estremi difensori più affidabili in circolazione. La corte del Paris Saint Germain e della Roma, nella scorsa estate, non si concretizzarono, e così, dopo aver deciso di non rinnovare il contratto con il Genoa, accettò la proposta del Palermo. Un avvio molto incerto lo mise ai margini dell’undici titolare: l’esplosione di Sirigu ha fatto il resto e così, per Rubinho, è presto arrivato il momento di far nuovamente le valigie, questa volta per Livorno.

Di Gennaro ed Esposito sono stati solo di passaggio e non hanno lasciato il segno. Il primo, giunto a Genova nell’affare Borriello, ha messo in mostra buone qualità ma allenatore e società hanno preferito cederlo in prestito alla Reggina per dargli maggiori possibilità di giocare. A fine campionato il Milan se lo aggiudicato alle buste. Il difensore ex Lecce, invece, non ha mantenuto le aspettative e, pur avendo poche chance, non è mai riuscito a sfruttarle. Un suo errore costò il k.o. a Valencia nei minuti finali.

Un capitolo a parte meritano il tecnico Serse Cosmi ed il presidente Aldo Spinelli. Due personalità forti, due personaggi unici nel loro genere. Spontanei e viscerali, stanno dando vita ad un rapporto contradittorio, culminato con una serie di scontri pubblici che in un paio di circostanze avevano reso inevitabile il divorzio. Al momento la situazione è rientrata anche se la squadra è in grosse difficoltà.

Spinelli è stato tanto bravo a costruire quel Genoa in grado di raggiungere la semifinale di coppa Uefa quanto superficiale a smantellarlo. Alcune scelte hanno compromesso il dialogo con la tifoseria e lui stesso è apparso, dopo la retrocessione in B, piuttosto demotivato.

Cosmi, invece, sedeva in panchina nell’annata della promozione del Genoa in serie A vanificata poi dalle ben note vicende giudiziarie legate alla partita con il Venezia. Un campionato che i rossoblù avevano dominato in lungo ed in largo ma che, a causa di un crollo verticale, si sono trovati a giocarsi fino all’ultimo minuto. Un idolo per diversi mesi, poi la sua popolarità è via via calata, sia tra i tifosi che all’interno dell’ambiente societario. Vicende ormai lontane che le prodezze del Grifone di Gasperini hanno aiutato a far dimenticare rapidamente.

Adesso Spinelli, Cosmi, Galante, Rubinho, Di Gennaro ed Esposito sono solamente degli avversari. Da battere senza pietà per tornare a respirare aria di alta classifica.

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

 

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