GRIFO D’ATTACCO – Genoa, una Signora prestazione

Rossoblù imbattuti nei tempi regolamentari: a Pirlo è servita l'artiglieria pesante

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Il giornalista Beppe Nuti, voce e volto storico delle emittenti radio-tv genovesi

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Il Genoa sfiora l’impresa all’Allianz Stadium di Torino e costringe la Juventus a passare dai supplementari (3-2) per la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 200ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

La prestazione maiuscola dei rossoblù può togliere un po’ di paura ai tifosi? «Sì, ho visto un Genoa con personalità dopo l’iniziale timidezza che ha permesso il doppio vantaggio a una Juventus che non definirei delle seconde linee poiché i titolari erano calciatori del calibro di Demiral, Chiellini, Bentancur, Arthur, Morata, Kulusevski, ecc. Pur di vincere, Pirlo ha ricorso all’artiglieria pesante con Bonucci, Danilo e Cristiano Ronaldo che al solo entrare in campo crea apprensione. La mano di Ballardini inizia a vedersi nitidamente e questa gara ha schiarito ulteriormente le idee di mercato».

La gestione delle sostituzioni di Ballardini è stata oggetto di critiche, tuttavia non così pungenti. «Fossi stato in lui avrei provato a inserire Shomurodov e Destro nei supplementari ma sono certo che, parimenti, il mister sarebbe stato bacchettato qualora lo sforzo con i titolari a Bergamo si fosse reso vano. Ballardini vede primario l’ottenimento dei punti salvezza poiché la stagione sarà lunga e ricca di imprevisti. Queste partite sono bifronti e, come si dice, “sciusciâ e sciorbî no se pêu”: il rammarico c’è, per la traversa di Pjaca (il croato deve trovare continuità) e il quasi-gol di Radovanovic salvato sulla linea da Arthur, ma la Coppa Italia, non sottaciamolo, è una competizione iniqua, che favorisce le solite grandi della Serie A».

Giovani Grifoni in mostra: c’è vita in panchina. «La risposta più bella proviene proprio da loro: il Grifo schierava a Torino cinque giocatori cresciuti nel vivaio (Rovella, Eyango, Ghiglione, Dumbravanu e Bani). Rovella ha preso in mano il Genoa nel secondo tempo e ha impostato il gioco con l’acume di chi diventerà grande. Bene Melegoni, lo aspettavamo da tempo, non solo per il gol bellissimo contro Buffon; ho visto Czyborra in crescita fisica e tattica dopo le prime uscite spaesate, sembra più un laterale d’attacco. Infine Dumbravanu ha reagito con carattere ad un inizio deficitario contro Kulusevski: ho intravisto una discreta qualità nei lanci profondi, piedi quasi da centrocampista».

Cosa aspettarsi dalla partita con l’Atalanta? «I tifosi rossoblù devono sapere che non è una partita persa in partenza: lo testimonia anche il 2-2 dell’anno scorso. I bergamaschi hanno ritrovato la qualità sopraffina di Ilicic e la fluidità di gioco di sempre ma il Genoa deve provarci, come dovrà sempre fare nelle ventuno partite rimanenti prima del termine della stagione. Ci sono le qualità e l’esperienza per salvarsi».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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