Gli sviluppi dell’inchiesta Infront-diritti tv

Stamane il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport e Repubblica forniscono nuovi particolari sull’inchiesta Infront-diritti tv condotta dalla Procura della Repubblica di Milano. Ecco quanto riportato dalle tre testate. CORRIERE DELLA SERA – Infront e quei soldi alle squadre: “Nel cda uno di fede giurata” «Un torneo virtuale di calcio si gioca nell’inchiesta della […]


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Stamane il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport e Repubblica forniscono nuovi particolari sull’inchiesta Infront-diritti tv condotta dalla Procura della Repubblica di Milano. Ecco quanto riportato dalle tre testate.

CORRIERE DELLA SERA – Infront e quei soldi alle squadre: “Nel cda uno di fede giurata”

«Un torneo virtuale di calcio si gioca nell’inchiesta della Procura di Milano sui diritti tv, ed anche se tutti farebbero volentieri a meno di partecipare, il numero delle squadre aumenta». Così il Corriere della Sera descrive quanto riportato dagli uomini della Guardia di Finanza e dai magistrati sui nuovi sviluppi dell’indagine. «Per gli investigatori – descrive il quotidiano – esiste un ristretto giro di società e persone in grado di condizionare il mondo del calcio». Secondo gli inquirenti una di queste è la Infront di Marco Bogarelli che oltre ad essere advisor dei diritti tv, gestisce anche le sponsorizzazioni di diverse squadre. «Come il pericolante Cagliari – prosegue il quotidiano – con il quale a marzo, però, decide di rescindere il contratto, pagando ben 10 milioni». Secondo il Corsera c’è «sotto indagine anche un finanziamento da due milioni andato dal Gruppo di Antonio Percassi, proprietario dell’Atalanta, a Infront, che ha problemi perché non raggiunge i ricavi previsti, e che torna all’Atalanta». Secondo i magistrati tra Infront e i club ci sono scambi e favori. Il Corsera parla, tra le altre, del Bari che non può pagare i calciatori e per il quale interviene Claudio Lotito, consigliere federale e presidente della Lazio, che dice a Ciocchetti: «Me devi risolve quel ca…de problema del Bari, porca…”, che “questo pija la penalizzazione».

GAZZETTA DELLO SPORT – Aste truccate, aiuti ai club amici e Mediaset: ecco il sistema Infront

«”Qui ci mettono in galera”. Se persino un dirigente Infront, Giuseppe Ciocchetti, sente puzza di bruciato – si legge sulla Gazzetta dello Sport in edicola – per come il grande capo, Marco Bogarelli sta gestendo i diritti tv della A, si capisce come l’inchiesta della Procura di Milano possa avere gli effetti di una Mani pulite del pallone e far crollare un sistema di potere abituato a cambiare le regole in base ai propri gusti e amicizie». Secondo l’accusa, riferisce il quotidiano, Bogarelli «si comporta da padrone, cercando di favorire in tutti i modi quello che sembra un socio: Mediaset». Secondo gli inquirenti esiste un cartello che condiziona le decisioni dei club di A. «Infront e Mediaset alleate per ostacolare Sky; con la Lega, retta dall’asse Galliani-Lotito, in gran parte complice. C’è chi si oppone (Juve e Roma, ad esempio), ma non basta» chiosa il quotidiano.

REPUBBLICA –  Preziosi offrì ad Infront l’azienda di giocattoli: “Vi do il 3 per cento e incassate 15 milioni”

«Un cadeaux da 15 milioni di euro. Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, ormai un habituè delle cronache calcistico-giudiziarie se l’era vista davvero brutta». Repubblica descrive così il presunto ringraziamento, secondo quanto sostenuto dall’accusa, di Preziosi per i suoi salvatori, «gli uomini della Infront e della MP&Silva, che con la loro generosità l’avevano tirato fuori dal mare di guai in cui era finito» prosegue il quotidiano. Nel testo viene riportata l’intercettazione della telefonata dell’11 maggio 2015 del direttore generale di Infont, Giuseppe Ciocchetti, a Riccardo Silva della Mp&Silva e gli racconta della conversazione appena avuta con Enrico Preziosi. Secondo Ciocchetti, Preziosi avrebbe detto: «Ci ha proposto questa operazione che per noi è soltanto un upside (“vantaggio”, traduce il finanziere NDR)». La Giochi Preziosi si sarebbe dovuta quotare ad Hong Kong. Ciocchetti prosegue: «E mi diceva: siccome voi mi siete stati vicini, voglio ricompensarvi di questo vostro sacrificio. Adesso la società vale 300 milioni. In quotazione varrà almeno il doppio. Quindi sono disposto a darvi il 3 per cento della Giochi Preziosi».

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