Genoa-Cesena: quando Sidio Corradi….affossò il Grifone

E’ un Amarcord in perfetto stile Felliniano. Da una parte la romagnola Cesena neo promossa in serie B con graduatoria in forte ribasso; dall’altra un rigenerato Genoa quarto in classifica,   che confidava in un “quasi sicuro” successo sui disastrati rivali per compiere il sospirato salto di qualità. La stagione è quella 1968-69, il giorno 23 […]


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E’ un Amarcord in perfetto stile Felliniano. Da una parte la romagnola Cesena neo promossa in serie B con graduatoria in forte ribasso; dall’altra un rigenerato Genoa quarto in classifica,   che confidava in un “quasi sicuro” successo sui disastrati rivali per compiere il sospirato salto di qualità. La stagione è quella 1968-69, il giorno 23 marzo. Si gioca la 25° giornata del campionato cadetto. E’, in campionato, la prima sfida in assoluto al Ferraris fra Genoa e Cesena. I bianconeri (indossavano una divisa stile Juventus) si dimostrarono subito avversari tosti. L’allenatore Matassoni, da poco subentrato a Meucci, faceva leva su un biondo tornante di destra che in possesso di palla metteva scompiglio nella difesa genoana… suscitando pure le ire di un estemporaneo tifoso rossoblu che dal parterre di tribuna correva sempre dietro a quest’ala cesenate  apostrofandolo  con frasi non troppo educate.

Il Genoa di Campatelli, forte dei vari Angelillo, Morelli, Mascheroni, alla mezzora si trovò incredibilmente a dover inseguire. Merito di quel biondo attaccante cesenate che con un azzeccato colpo di testa esaltò la propria squadra con una rete sotto la Sud. Si chiamava Sidio Corradi! Lo stesso atleta aveva  altri assi nella manica. Uno di questi lo giocò a inizio ripresa. Dopo essersi bevuto mezza difesa genoana, si portò sulla linea di fondo e a ridosso della porta quasi sguarnita  con un intelligente pallonetto rasoterra sul secondo palo beffò il portiere Leo Grosso. A partita quasi compromessa il rossoblù Angelillo riaprì il match su calcio di rigore, ma non successe più nulla. Al termine, Il pubblico quasi sbalordito dedicò sportivamente un lungo applauso a Sidio Corradi, l’autentico uomo del giorno.

Conseguenze immediate e future: per il Genoa si trattò di un colpo mortale , dal quale la squadra non si sarebbe più ripresa (solo sesto posto finale). Per i romagnoli l’insperata vittoria diete il via ad una clamorosa rimonta in classifica culminata con la salvezza grazie soprattutto  alle reti di Corradi capocannoniere della squadra. L’anno successivo il bravo Sidio passò al Varese e conquistò la promozione in serie A. Siamo nell’estate del 1970, il Genoa per una serie di vicissitudini è piombato addirittura in serie C. Si ricorda di quel biondo attaccante e, previo  approvazione dello stesso, tenta di accaparrarselo. Corradi accetta di scendere di due categoria pur di riparare al …misfatto di due anni prima. Diventerà una bandiera genoana sia come giocatore (Sidio non si tocca!!! era il motto dei supporters rossoblu), sia come tecnico delle giovanili (allena tuttora le squadre minori) ma soprattutto come cittadino genovese (Genova è la mia vera terra; così si esprime oggi con gli amici). Agli stessi racconta sovente  un aneddoto molto colorito riguardante quel tifoso che dagli spalti lo inseguiva a tutto campo. “…. Quando arrivai al Genoa mi trovai sotto la sede proprio quel supporter che sosteneva di essere venuto da me per chiedermi scusa. Gli dissi che non era necessario ma gli chiesi di togliermi una curiosità. Gli domandai: ma come facevi a possedere così tanto fiato?……”

Marco Colla

Per gentile concessione dell’autore

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