Genoa-Udinese 1958: quando l’ultima pallottola…fece centro

Marco Colla racconta una vittoria importante per la salvezza del Grifone: su corner la palla ben calibrata da Frignani saltò il bravo portiere avversario Gianni Romano e venne sospinta in rete dalla testa di Abbadie

Annibale Frossi (Foto da Wikipedia)

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Correva la stagione 1957-58 e al termine dei trasferimenti estivi il Genoa appariva decisamente rinforzato: il Consiglio Direttivo affiancato da Fausto Gadolla aveva provveduto ad acquisti di lusso. Tali potevano definirsi gli ingaggi di un’estrema ambidestra, recente nazionale (Amleto Frignani) e di lungo futuro azzurro (Paolo Barison), quest’ultimo ala di fascia tutto sinistro. Ad essi si aggiungevano il laterale d’ordine Leopardi, uruguaiano fortemente raccomandato dal connazionale Abbadie. Ma, nonostante le lusinghiere premesse il campionato cominciò a parlare una lingua totalmente diversa. Un solo misero punto dopo appena sei giornate e soltanto quattro dopo dieci partite giocate, erano la sentenza di un torneo ove la salvezza era l’unico obbiettivo da raggiungere.

Il tecnico Annibale Frossi subito subentrato a Renzo Magli poteva solo constatare che, nonostante una timida ripresa la squadra a sei turni dal termine manteneva ancora l’ultima posizione in graduatoria, una costante dall’inizio stagione. Magra consolazione, la presenza dei cugini sampdoriani compagni di sventura. Le due genovesi chiudevano infatti la classifica, come a dire “mal comune mezzo gaudio” se si poteva chiamare gaudio.

Dicevamo a sei giornate dal termine. La graduatoria vedeva il grifone ultimo con 21 punti preceduto di una lunghezza dalla Samp e, a 24 punti da un discreto numero di altre squadre fra cui l’Udinese, imminente avversario al Ferraris. Ovvio che la vittoria (che allora valeva due punti) era obbiettivo indispensabile per il Genoa. La sorte, almeno in apparenza, si presentava benigna per i rossoblu; nei friulani era assente la mezzala svedese Lindskog che da solo rappresentava un buon 40 per cento di forza penetrativa. Frossi schierò prima punta Abbadie, ruolo evidentemente tattico viste le caratteristiche del fuoriclasse sudamericano. Il primo tempo non offrì particolari emozioni; il Genoa giocava in modo parecchio prudente e gli avversari puntavano palesemente al pari.

Altra storia nella ripresa. L’assalto alla porta bianconera sotto la Nord fu costante. Avevamo citato Frignani. Scuola milanista primi anni 50, formidabile scattista, vincitore di scudetti e punto fermo della nazionale possedeva, tra le altre, una dote particolare: batteva i calci d’angolo o i tiri da fermo con una precisione quasi perfetta. Sicuramente una punta come Skurhavy usufruendo dei suoi lanci avrebbe raddoppiato il suo alto bottino di reti. Ma questa è solo una considerazione. Tornando alla delicata partita, nonostante i continui assalti e nove calci d’angolo, al 90’ si era ancora al punto di partenza. In fase di recupero il Genoa usufruiva del decimo tiro dalla bandierina che l’arbitro Marchetti consentì di eseguire prima del triplice fischio. La palla ben calibrata da Frignani saltò il bravo portiere avversario Gianni Romano e venne sospinta in rete dalla testa di Abbadie, trovatosi al centro dell’area piccola. Era il gol vittoria, l’1-0 finale che ridava ossigeno alla drammatica classifica. Ora a 23 punti gli avversari erano molto più vicini; la stessa Samp, che non era andata oltre il pari all’Olimpico biancazzurro veniva raggiunta alla stessa quota. Si sarebbero salvate entrambe proprio all’ultima giornata, ma quel successo ottenuto all’ultimo istante contro i friulani si sarebbe rivelato la vera cartina tornasole della salvezza.

 

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