Altro che restaurazione. In casa Genoa c’è aria di rivoluzione dopo una stagione ai limiti del dramma sportivo. La volontà di Enrico Preziosi è quella di riorganizzare ogni settore del club: dalla dirigenza alla panchina, passando per i calciatori. Il Genoa, sempre in vendita e con l’advisor Assietta spa intento a cercare potenziali acquirenti, subirà un vasto processo di trasformazione. A cominciare dai quadri societari con Perinetti, Donatelli e Marcheggiani in bilico e Stefano Capozucca pronto a riprendersi (per la terza volta) l’ufficio di Villa Rostan. Se così sarà, si tratta di vero e proprio rimpasto dirigenziale.
Poi la panchina con Aurelio Andreazzoli candidato forte a sostituire Cesare Prandelli. Il tecnico dell’Empoli ha vinto il ballottaggio con Semplici e con molte probabilità sarà l’ottantunesimo allenatore della storia rossoblù. Prima Preziosi deve risolvere il contratto in essere con Prandelli che scade tra un anno a quasi un milione netto. L’incentivo all’esodo, comunemente detto buonuscita, è la soluzione conciliativa che accontenta le parti. Andreazzoli guiderà un club storico, il più storico di tutti, a quasi 66 anni: filosofia offensiva, verticale, gioco d’identità ma tra i professionisti non ha mai terminato una stagione intera. Escluse l’Aglianese e il Grosseto in D, l’allenatore di Massa è stato esonerato quattro volte (e tre richiamato).
Infine la rivoluzione del Genoa toccherà anche la rosa dove si profilano almeno quindici operazioni tra entrate e uscite. Preziosi dovrà organizzare le risorse tagliando i contratti pendenti, esercitando o meno le opzioni di rinnovo (Veloso) e collocare i giovani (Asencio, Ghiglione e altri) al posto giusto. Poi la ricostruzione della rosa allineata alle esigenze del nuovo allenatore. Le restanti tre settimane di giugno saranno fondamentali per il Genoa e per Preziosi. La volontà è di partire per Neustift con gran parte del lavoro svolto. Altro che restaurazione. In casa Genoa c’è aria di rivoluzione.