ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – MICHELE SBRAVATI: «Portare più ragazzi possibile alle soglie del professionismo è il nostro obiettivo primario»

Il responsabile del settore giovanile del Genoa rivela il lavoro che sta alle spalle della crescita dei tanti ragazzi del vivaio e sottolinea gli ottimi riscontri ottenuti nell'ultimo periodo


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Le qualità ce le mettono i ragazzi ma i presupposti per crescere ed affermarsi ad alti livelli vengono poste dalle società. Il Genoa, nell’ultimo periodo, si è distinto per un vivaio ricco, valido e vincente, e non solo per i tanti talenti che lo compongono. Alle spalle, infatti, c’è uno staff estremamente competente, capace di seguire passo per passo la formazione dei campioncini in erba al fine di fargli accarezzare un sogno chiamato professionismo. Buona parte del merito va diviso tra Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile, ed il direttore sportivo Mario Donatelli. Senza dimenticare tutti coloro che lavorano per lo sviluppo di questo ambito e per i tanti tecnici e preparatori che si dedicano all’attività in questione. Con la consapevolezza che il lavoro dà sempre i suoi frutti.

E’ proprio Michele Sbravati, in esclusiva per Pianetagenoa1893.net, a fare il punto della situazione del settore giovanile rossoblù.

Quali sono le aspettative per questa stagione?

«Vogliamo dare continuità al lavoro degli anni scorsi, che ci ha permesso di conseguire ottimi risultati sia a livello di squadre che di singoli, come dimostra il debutto in serie A di alcuni ragazzi e le numerose richieste per parecchi elementi del nostro vivaio da parte di società di serie B e di Lega Pro. Rispetto al passato, l’interesse per i giovani ragazzi del Genoa è sicuramente in netta crescita e ciò rappresenta un grande motivo di soddisfazione».

L’ottimo lavoro compiuto è dimostrato dalle diverse convocazioni nelle varie nazionali giovanili…

«Certo, sono davvero tanti i giocatori del Genoa tenuti in considerazioni dalle nazionali di appartenenza al punto che risulta anche difficile quantificarli. Tra questi, El Shaarawy fa parte dell’under 17, così come l’argentino Polenta, mentre Parfait, Lazarevic e Spillo, solo per citarne alcuni, militano nelle rappresentative under 20 dei loro paesi. Poi c’è il caso di Perin che, a soli sedici anni, è già stato convocato per l’under 21 azzurra. I tecnici federali, infatti, l’hanno già considerato pronto e per noi si è trattata di una piacevole sorpresa».

Come è stato scovato Perin?

«Grazie ad un amico osservatore che ci ha sempre segnalato ottimi elementi. L’abbiamo prelevato nel 2008 da una società di Latina, l’Atletico San Donato, e in dodici mesi il ragazzo, subito convocato nella nazionale under 17 ed artefice di un grande campionato tra gli Allievi, ha fatto passi da gigante, fino ad entrare nell’orbita della prima squadra e a ricevere la convocazione per l’under 21 di Casiraghi. Le sue caratteristiche? E’ un portiere molto elastico, dotato di grande carattere e di una notevole personalità».

Quali sono i giocatori di proprietà del Genoa che si stanno facendo maggiormente valere in giro per l’Italia?

«Ce ne sono tanti, non uno in particolare. Il processo di crescita e di maturazione non è uguale per tutti: il nostro obiettivo è comunque quello di portarne il più possibile alle soglie del professionismo».

Che lavoro c’è alla base del reclutamento e dell’inserimento di questi ragazzi nelle varie leve del Genoa?

«Abbiamo diversi osservatori che vanno a vedere le partite di ragazzini anche molto piccoli, valutandone le capacità. Fino a qualche tempo fa, infatti, ci si iniziava a soffermare sui giocatori di quindici, sedici anni mentre ora l’età presa in considerazione è scesa notevolmente. L’obiettivo è quello di prendere alcuni elementi per poi costruirli e farli crescere in casa. Un lavoro che rispecchia anche le esigenze Uefa che richiede calciatori provenienti da vivaio, e che ha dato grossi risultati, con l’esplosione di Criscito e i costanti progressi di Grea, Ferraro e Russo. Discorso analogo vale per El Shaarawy, Renzetti, Raggio Garibaldi e molti altri. Come capire le qualità di un bambino e i margini di miglioramento in prospettiva? Non è facile ma noi ci basiamo soprattutto sull’attitudine che ravvisiamo nella pratica del gioco del calcio. Ovviamente non andiamo a cercare chi non sbaglia ma chi sbaglia di meno. Importante anche l’aspetto fisico ed atletico, ma non penalizziamo di certo coloro che, pur giocando bene, hanno una corporatura ed una statura meno considerevole. Non tutti attraversano le stesse fasi: c’è chi si forma prima, chi cresce più tardi, chi inizialmente dimostra buone qualità e poi si ferma e chi, invece, non emerge subito ma, alla distanza, riesce ad imporsi».

Tra meno di una settimana il Genoa Primavera sarà impegnato nella finale di supercoppa. Quante possibilità ci sono di alzare il trofeo?

«Ci aspetta una gara molto dura, contro una squadra forte come il Palermo che, non a caso, si è laureata campione d’Italia. Anche l’ambiente non sarà facile, senza dimenticare che affronteremo l’impegno con diverse assenze: ciò non toglie che ci avviciniamo alla gara con grande fiducia oltre che con l’orgoglio di essere riusciti ad arrivarci attraverso la vittoria della coppa Italia».

Claudio Baffico

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