ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – GRAZIANO CESARI: «Tagliavento arbitro perfetto per il derby»

L’anno scorso fece discutere la decisione di affidare il derby a Farina vista la presunta fede genoana dell’arbitro di Ovada. Questa volta, invece, non c’è di che lamentarsi. Collina ha scelto uno dei fischietti più in forma del momento: Tagliavento di Terni. A commentare la scelta è stato Graziano Cesari, ex arbitro e ora opinionista […]


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L’anno scorso fece discutere la decisione di affidare il derby a Farina vista la presunta fede genoana dell’arbitro di Ovada. Questa volta, invece, non c’è di che lamentarsi. Collina ha scelto uno dei fischietti più in forma del momento: Tagliavento di Terni. A commentare la scelta è stato Graziano Cesari, ex arbitro e ora opinionista televisivo.

Come giudica questa designazione?

«Direi prestigiosa. Quest’anno si è comportato molto bene e questa sarà la sua prima stracittadina. Una designazione che accontenta entrambe le squadre in quanto Tagliavento è un arbitro equilibrato. In questo campionato è stato impiegato varie volte anche in gare precedute da polemiche. Si è distinto per moralità, tecnica e carisma. Inoltre non si fa condizionare dall’ambiente: i tifosi interisti lo ricordano perfettamente per quella partita tra nerazzurri e blucerchiati a San Siro in cui non si fece scrupoli a sventolare tanti cartellini».

Quali sono le difficoltà principali a dirigere un incontro come questo?

«Bisogna contenere l’ansia da prestazione, prepararsi a livello mentale e limitare l’autostima. Quando ti assegnano un match così importante, infatti, ti senti il migliore. Terza cosa: conviene sempre informarsi prima della sfida».

Che genere di emozioni trasmette il clima dello stadio?

«Anche se non ho mai arbitrato un derby della Lanterna so che ti tremano le gambe, soprattutto quando sali la scaletta che porta al campo. Il direttore di gara deve cercare di non far notare la sua tensione poiché i giocatori capiscono il suo carattere. La stracittadina di Genova in un certo senso è paragonabile a quella di Roma: è un’emozione unica e indescrivibile. Ma quando la gara comincia bisogna smaltire queste sensazioni e iniziare ad usare il fischietto».

Qual è il metro di giudizio più appropriato in queste gare: lasciar correre o fischiare continuamente?

«La strategia la individua l’arbitro, che deve essere ben disponibile verso i calciatori e adeguarsi alla situazione: non deve cercare il più cattivo o il simulatore. E soprattutto l’importante è non punire alla prima occasione».

Come va regolata la gestione dei cartellini in sfide di questo spessore?

«Sarà una partita maschia, questo c’è da aspettarselo. Nelle due squadre, però, non ci sono calciatori particolarmente scorretti».

Il margine di errore è superiore rispetto alle altre gare?

«Sicuramente. C’è da dire che questo derby non era così importante dal ’90: queste due formazioni si giocano l’Europa. Sono dell’idea, comunque, che la filosofia delle due compagini non dovrà essere questa del provincialismo: vinci la stracittadina e poi perdi tutte le altre gare».

Quali giocatori ricorda per quanto sentivano questo genere di partite?

«Non posso scordare un derby capitolino vinto dalla Roma per un autogol di Paolo Negro: non mi era mai capitato di vedere un giocatore piangere in quel modo».

Andrea Ferrando

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

 

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