Ecco Thomas Manfredini, “creatura” di mister Delneri

E’ stato ufficializzato oggi l’arrivo di Thomas Manfredini dall’Atalanta. Roccioso difensore centrale, l’ormai ex capitano della Dea è nato a Ferrara il 27 maggio 1980. Cresce nelle file della Spal, storico club ferrarese, con la quale compirà il suo esordio tra i professionisti nella stagione 1997/98 in Serie C2. Il passaggio all’Udinese nell’estate del ’99 […]


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E’ stato ufficializzato oggi l’arrivo di Thomas Manfredini dall’Atalanta. Roccioso difensore centrale, l’ormai ex capitano della Dea è nato a Ferrara il 27 maggio 1980. Cresce nelle file della Spal, storico club ferrarese, con la quale compirà il suo esordio tra i professionisti nella stagione 1997/98 in Serie C2. Il passaggio all’Udinese nell’estate del ’99 è il trampolino di lancio verso la massima serie e la Nazionale Under 21 allenata da Marco Tardelli. Dopo diverse esperienze in serie B con Fiorentina, Catania, Rimini e Bologna, Manfredini torna in A nel 2007 con la maglia dell’Atalanta, club proprietario del suo cartellino già dal 2005. A volerlo fortemente è l’allora tecnico dei nerazzurri, Gigi Delneri, attuale guida del Genoa e “creatore” calcistico di Manfredini. Era il 30 marzo 2008 quando il neo acquisto rossoblù, da sempre schierato come terzino sinistro, fu gettato nella mischia di un Milan-Atalanta in posizione di difensore centrale. Un evento tanto importante quanto decisivo, raccontato tempo dopo dallo stesso Manfredini: “Siamo a San Siro, l’avversario è il Milan. Io, come quasi sempre, mi accomodo in panchina. Dopo una ventina di minuti si fa male Talamonti: una brutta botta che lo costringe a uscire. Mister Delneri mi guarda e mi indica col dito: spogliati, entri tu. Centrale io? Sì centrale tu, risponde secco il mister. Morale: gioco 70 minuti, vinciamo la partita 2-1 grazie ai gol di Floccari e Langella, Maldini dimezza il punteggio, Coppola para un rigore a Pirlo al 90′. Un trionfo. E per me lo spartiacque della carriera, di cui devo gratitudine a Delneri, il quale mi ha sempre fatto sentire importante, anche quando non giocavo.” Ora, dopo 133 presenze in maglia nerazzurra ed un bagaglio di esperienze non indifferente, maestro e allievo si rincontrano. Ma, questa volta, sotto la Lanterna.

Daniele Zanardi

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