Buffa: «É grazie al Genoa se in Italia gli allenatori sono chiamati “mister”»

«Black Lives Matter? Agli Europei le discussioni sembravano battute di un film di Moretti»

Buffa
Il narratore Federico Buffa (foto di Overtime Festival)

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Il colore è stato il tema centrale dell’undecima edizione di Overtime, festival andato in onda a Macerata sul palco del Cinema Italia, e Federico Buffa, certamente il più colorato degli affabulatori sportivi, è tornato su una vecchia passione del ramo genovese delle proprie origini familiari: il Genoa. «É stato il primo club calcistico d’Italia, fondato addirittura nel consolato inglese da coloro che esportavano questo gioco meraviglioso per intrecciare rapporti commerciali. Pensate a quante squadre argentine sono nate con nomi anglofoni: Boca Juniors, River Plate, Racing, eccetera. È grazie al Genoa se in Italia gli allenatori sono chiamati “mister”: era proprio così che voleva essere chiamato lo storico allenatore William Garbutt, ex giocatore inglese che era finito a lavorare al porto di Genova e, su segnalazione di Vittorio Pozzo, nel 1912 venne arruolato per la panchina del club» narra Buffa.

Il colore rosso nel calcio: «Dopo la campagna italiana, gli inglesi accolsero Garibaldi come una star sventolando le magliette rosse in suo onore dai balconi delle case. La stessa regina si indispettì a tal punto da volerlo cacciare al più presto. Quelle magliette e quel rosso originarono il termine “Garibaldi red”. E le magliette Garibaldi red divennero le divise ufficiali del Nottingham Forest. In Italia, il fondatore del Milan, il calciatore inglese Herbert Kilpin, volle a tutti i costi il rosso Garibaldi sulla maglietta della squadra: al massimo concesse di appoggiarci sopra un po’ di nero, per ricordare i diavoli. La Juventus – aggiunge Buffa, ripreso dal sito cronachemaceratesi.it – inizialmente giocava col colore rosa: la società, come tante altre, ordinò le magliette Garibaldi red dal Nottingham Forest ma un errore di comunicazione recapitò la comanda al Nottingham County che gliele spedì a strisce bianconere».

Overtime è una cinque giorni nazionale sul giornalismo, il racconto e l’etica sportiva e la condizione della donna è stato un argomento centrale: «Le donne nello sport sono da tutelare. Se facciamo un’indagine in Italia emergerà che le bambine iniziano lo sport verso i sei anni, magari con la ginnastica artistica per poi passare a qualcos’altro, e un buon 70-75% di esse smetteranno attorno ai quattordici anni, magari per ragioni di studio o per il fidanzato. In ogni caso, sarà sempre così finché lo sport non sarà protetto dalla Costituzione».

Sulla Super League Buffa è stato chiarissimo: «Negli Stati Uniti se io e altre tre persone volessimo formare una lega di basket privata tra di noi potremmo farlo: andiamo nelle città che non hanno già una franchigia NBA e facciamo i tornei che vogliamo. In Europa e in Sudamerica non puoi organizzare qualcosa del genere senza aver prima pagato un “pizzo” legale. La sentenza del tribunale dell’Aja, in arrivo il prossimo anno, darà probabilmente ragione alle fondatrici Real Madrid, Barcellona e Juventus. Ceferin ha vinto solo Gara 1, al massimo».

La chiosa sul movimento Black Lives Matter: «In America è qualcosa di veramente sentito. Ai campionati Europei le discussioni, invece, sembravano uscite da un film di Nanni Moretti: “Io mi inginocchio se si inginocchia lui … Ma se lui non si inginocchia, noi non ci inginocchiamo di sicuro … Ci inginocchiamo solo in Inghilterra” e via dicendo. Era meglio non fare niente, abbiamo dimostrato che è un argomento che qui non interessa».

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