Blessin, già più punti di Ballardini e Shevchenko ma l’effetto è ritardato

Il Genoa del tedesco naviga a una velocità di crociera doppia rispetto a prima ma ciò non basta

Blessin Genoa
Mister Blessin in allenamento (Foto Genoa CFC Tanopress)

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Allenare il Genoa non è da tutti. La panchina rossoblù, costantemente esposta ai quattro venti della critica, è di quelle pesanti, mica di provincia, perché rappresenta una tifoseria e una tradizione speciale. Blessin l’ha capito subito, meno chi lo ha preceduto: resta un mistero genoano il fatto che sia stato un mister tedesco proveniente dal campionato belga, con un trascorso in Polizia e nelle assicurazioni, giunto nottetempo a Genova dopo un riluttante 6-0, e non già il navigato Ballardini o Shevchenko con i consigli di Tassotti, a dare un tono a un gruppo in frantumi e ad alimentare le speranze salvezza quantomeno sino alla quartultima giornata. E non è neppure vero che rispetto alla gestione Ballardini il mercato di gennaio abbia arricchito smisuratamente la conduzione tecnica di Blessin, centravanti docet: invero l’imperfetta campagna condotta da Spors, gravata dall’indice di liquidità ballerino, è stata orientata alla risoluzione solo alcune delle priorità pregresse, su tutte l’alleggerimento e il ringiovanimento dell’organico.

L’effetto Blessin, per quanto tardivo, è nei numeri sebbene essi siano mediocri, come la Serie A, e poco lusinghieri: tredici punti in dodici partite, poco più di uno per gara. Se anche Balla e Sheva, con la forte attenuante per il tecnico ucraino di essere stato chiamato alla vigilia di un tratto di calendario complicato da sei sfide proibitive su nove, avessero tenuto una media analoga il Genoa avrebbe circa i punti dello Spezia e acquisito la quasi certezza di non retrocedere; costoro, invece, hanno rastrellato la miseria di dodici punti (nove e tre) in ventuno partite complessive. Poiché è la somma che fa il totale, come diceva Totò, Blessin ha già conquistato più punti di Ballardini e Shevchenko impiegando nove giornate in meno, dunque mezzo girone. Il Genoa del tedesco naviga a una velocità di crociera doppia rispetto a prima (1,08 contro 0,57) ma ciò non basta perché per salvarsi occorrono almeno due vittorie e un pareggio entro il 22 maggio.

La scelta migliore di Spors è stata Blessin il quale nell’ultimo mese di campionato di certo non stravolgerà gli equilibri del proprio atteggiamento tattico, tacciato di ingessato difensivismo per quanto lontano dall’ideale di Gegenpressing e allo stesso modo non scevro da critiche e grossolane perplessità. Seguiterà a impiegare un solo terminale offensivo, che non spegnerà l’ormai barbosa litania della doppia punta rossoblù, e due ali di quantità malamente adattate al ruolo e ai compiti, compreso un terzino stopper e un omologo mediano, perché il Genoa, penultimo in classifica, è costretto a speculare sulla fase difensiva riuscendo a fatica a segnare una marcatura: i rossoblù si giocheranno la salvezza all’ultimo respiro, magari ex aequo, se nelle restanti quattro giornate subiranno meno di due gol. Sarà un finale da brivido. Un finale non per tutti. Come allenare il Genoa.

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