Addio dottor Socrates!

Con il ricordo del direttore di Pianetagenoa1893,net Marco Liguori


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Il calcio brasiliano è in lutto: Socrates, ex capitano della nazionale verdeoro, è morto in mattinata in seguito all’aggravarsi dell’infezione intestinale che lo aveva colpito sabato. Lo riferisce il quotidiano brasiliano ‘Folha’ ripreso da Sportmediaset.it. L’ex giocatore aveva 57 anni. Era ricoverato nell’unità di terapia intensiva dell’ospedale ‘Albert Einstein’ di San Paolo. In Italia, Socrates aveva militato nella Fiorentina nella stagione 1984-85. Socrates, che come spiegato dalla moglie aveva accusato un malore dopo una cena, era tenuto in vita da un respiratore artificiale. Il decesso, recita il comunicato dello staff medico dell’ospedale Albert Einstein, è avvenuto alle 4.30 ore brasiliana, a causa di shock settico…clicca qui per leggere tutto su Socrates su Sportmediaset.it 

IL MIO RICORDO DI SOCRATES

E così dopo Gaetano Scirea ed Enzo Bearzot ci ha lasciati oggi un altro protagonista di quel mitico campionato del mondo di 29 anni fa. Correva l’anno di grazia 1982 ed era infatti l’anno del Mundial spagnolo. Il 5 luglio 1982 alle 17.15, in clima più che torrido, si affrontarono allo stadio Sarrià di Barcellona l’Italia di Paolo Rossi (e per dirne solo alcuni) Antognoni, Gentile, Graziani, Conti e il Brasile dei grandi solisti: era una squadra mitica con il meglio del meglio del calcio carioca con Zico, Falcao, Junior, Eder e, appunto, Socrates. Quella squadra era stata costruita a trazione anteriore, segnava a raffica, ma aveva due punti deboli: una difesa perforabile (e le tre reti di Rossi lo confermarono) e un portiere, Valdir Peres, che aveva un rapporto conflittuale con il pallone. Il dottor Socrates, detto così poiché era laureato in medicina, segnò il gol che valse l’1-1: fu un gol segnato con grande precisione e freddezza con il pallone che si infilò alla sinistra di Zoff. Da lui partivano le accelerate improvvise dei suoi compagni verso la nostra porta. Ma alla fine l’organizzatissimo “catenaccio e contropiede” italico ebbe la meglio sulla fantasia verdeoro. Due anni dopo Socrates venne a giocare a Firenze. Purtroppo per lui fu un’esperienza infelice: non si trovò bene nella Fiorentina del conte Pontello e andò via. Di lui resteranno le giocate memorabili, il suo impegno civile e sociale, il suo carattere fiero. Addio dottor Socrates, ti immagino mentre incanti con le tue giocate il grande campo di calcio del cielo.

Marco Liguori

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