Il curriculum di Alberto Malesani

Alberto Malesani (Verona, 5 giugno 1954) è un allenatore di calcio italiano, attuale allenatore del Genoa. Dopo una breve e modesta carriera da calciatore, nella prima metà degli anni ’90 debuttò sulla panchina del Chievo, cui legò il suo nome per i primi anni della carriera. Successivamente ebbe modo di guidare società del calibro di […]


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Alberto Malesani (Verona, 5 giugno 1954) è un allenatore di calcio italiano, attuale allenatore del Genoa.

Dopo una breve e modesta carriera da calciatore, nella prima metà degli anni ’90 debuttò sulla panchina del Chievo, cui legò il suo nome per i primi anni della carriera. Successivamente ebbe modo di guidare società del calibro di Fiorentina, Parma, con il quale ottenne i suoi maggiori successi, e Panathinaikos.

Allenatore a volte sopra le righe, come dimostrano anche le sue esultanze a fine partita, predilige spesso far praticare alle sue squadre un gioco offensivo.[senza fonte]

Nella sua carriera ha vinto tre titoli con il Parma: una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa UEFA.

Giocatore

Malesani nacque nel quartiere veronese di San Michele Extra. Cresciuto nelle giovanili della squadra veronese Audace San Michele, giocava come centrocampista, ma nonostante un buon senso tattico la sua lentezza ne limitò il rendimento. Militò poi per un periodo relativamente breve nella Primavera del Vicenza, al termine del quale fece ritorno nella sua vecchia formazione dove ebbe modo d’esordire in prima squadra. La sua carriera da calciatore fu tuttavia breve: dopo aver vinto un campionato di Serie D decise, ad appena 23 anni, di ritirarsi.

La carriera di allenatore di Malesani iniziò nel 1990 quando venne chiamato a guidare la formazione “Primavera” del Chievo Verona. Abbandonò quindi il suo lavoro alla Canon per dedicarsi completamente al calcio, occupandosi nel primo periodo anche della campagna abbonamenti e dei contratti dei giocatori. Divenuto poi vice allenatore, nel 1993 fu chiamato a guidare la squadra in serie C1 e la portò subito alla storica prima promozione in Serie B.

Disputò poi tre buone stagioni tra i cadetti e la Fiorentina, vista anche l’impossibilità di ingaggiare Ulivieri, lo mise quindi sotto contratto per la stagione successiva con un’opzione per l’annata seguente.

L’esordio in Serie A

Presentato insieme alla squadra a luglio ricevette subito l’approvazione della tifoseria. Il debutto con la squadra viola fu positivo, con una vittoria contro il Tottenham, nonostante gli inglesi fossero in una forma fisica migliore e più avanti nella preparazione, ma nel prosieguo dei test estivi i risultati non furono altrettanto brillanti. Durante questo periodo, però, completò il processo di trasformazione di Rui Costa da fantasista a regista di centrocampo, proseguendo il lavoro del precedente allenatore Ranieri. L’esordio in campionato fu comunque positivo con una vittoria all’esordio, ricordata più che altro per la sua esultanza al fischio finale. Nelle giornate seguenti, però, la squadra viola deluse le attese e spesso il gioco espresso non fu all’altezza delle aspettative, tanto che ad inizio dicembre iniziarono i primi screzi col presidente Cecchi Gori. Il tecnico venne comunque difeso dalla squadra e aveva pure l’appoggio della tifoseria. A partire da questo punto, però, la Fiorentina iniziò a conquistare una serie di risultati utili consecutivi che la portò ad ottenere prestigiose vittorie contro Milan e Juventus, riuscendo anche ad esprimere un gioco divertente e fantasioso e a creare una difesa solida. Sorsero, però, problemi con il neo acquisto Edmundo, il quale non accettava di essere relegato in panchina da Malesani, che sfociarono in un nuovo diverbio con Cecchi Gori, il quale si rifiutò di rinnovare il contratto al tecnico veronese finché non fosse stata raggiunta la qualificazione in Coppa UEFA. Di fronte a questo ultimatum Malesani prese quindi contatti con altre squadre, in particolare con il Bologna, nonostante spogliatoio (in particolare Rui Costa e Batistuta) e città fossero schierati dalla sua parte. Ad aprile l’allenatore raggiunse un accordo per il passaggio al Parma. Concluse quindi il campionato portando la squadra viola al quinto posto con la qualificazione in UEFA.

Parma

L’anno successivo, dopo che era stato vicino a sedere sulla panchina del Bologna,passò al Parma, col quale vinse nel 1999 la Coppa Italia, la Supercoppa italiana, ma soprattutto la Coppa UEFA, ultimo allenatore italiano a riuscire nell’impresa. Nel campionato 2000-2001 il rapporto con la squadra emiliana si guastò e finì in maniera burrascosa con l’esonero alla 14ª giornata. La tifoseria gli imputò di non essere mai riuscito a lottare per vincere lo scudetto nonostante avesse avuto a disposizione una squadra molto forte, secondo alcuni la più forte d’Europa.

La retrocessione col Verona e il ritorno in B

Nel luglio 2001 avvenne quindi il passaggio di Malesani all’Hellas Verona dopo che il tecnico aveva rifiutato una sostanziosa offerta da parte del Panathinaikos. Nella prima parte della stagione la squadra riuscì a giocare un buon calcio e ad ottenere buoni risultati, tra cui una vittoria nel derby di Verona, in cui l’allenatore venne aspramente criticato per la sua esultanza al termine della partita, in particolare dai tifosi del Chievo. A febbraio, quindi, il contratto di Malesani venne rinnovato con la squadra al settimo posto in classifica. A partire da questo momento, però, una serie negativa di risultati, dovuti soprattutto ad un calo di tensione da parte di tutto l’organico e dello stesso allenatore, portò il Verona a lottare per evitare la retrocessione. All’ultima giornata, nonostante fosse sufficiente un pareggio per rimanere nella massima serie, i veneti persero 3-0 e scesero quindi in Serie B per la stagione successiva.

Malesani decise comunque di rimanere alla guida della squadra anche in serie B per il successivo torneo 2002-2003. Viste le difficoltà economiche della squadra, che aveva venduto anche giocatori come Mutu, Camoranesi e Gilardino per fare cassa, il tecnico decise di decurtarsi lo stipendio del 40%. Un difficile inizio di campionato mise poi in dubbio la continuazione del rapporto con la società veneta, ma la vittoria nel derby con il Vicenza permise a Malesani di mantenere la panchina. La stagione continuò poi senza particolari acuti e il tecnico concluse il campionato al tredicesimo posto terminando quindi la sua esperienza al Verona.

La breve esperienza a Modena

Per il campionato successivo venne chiamato a guidare, di nuovo in serie A, il Modena con un contratto di un anno.[28] La stagione iniziò in maniera positiva, con la squadra al quinto posto in classifica dopo sei giornate, ma il prosieguo non fu altrettanto fortunato e, al termine del girone d’andata, il Modena subì una grande flessione di risultati. Nonostante il mercato di riparazione avesse portato all’acquisto di calciatori come Marazzina e Makinwa i risultati stentarono a migliorare. A marzo, in seguito alla sconfitta con il Lecce, cominciarono a circolare poi voci su un suo probabile licenziamento.[29] La stessa società non si prodigò mai per difendere il tecnico[30] che venne infine sostituito alla 26ª giornata con la squadra in quartultima posizione da Gianfranco Bellotto.

 Gli anni al Panathinaikos

Malesani rimase quindi inattivo per quasi un anno, nonostante avesse avuto contatti con varie società tra cui Fiorentina, Brescia e Napoli. Firmò infine un contratto biennale con la società greca Panathinaikos. L’allenatore prese le redini della squadra a febbraio 2005 e la guidò al 2º posto in campionato, ad un solo punto dall’Olympiacos dopo un lungo duello, conquistando la qualificazione ai preliminari di Champions League.

La stagione seguente poté quindi prendere parte alla massima competizione europea. Dopo aver eliminato ai preliminari il Wisla Cracovia, la squadra greca venne inserita in un girone con Barcellona, Udinese e Werder Brema. L’allenatore sottolineò comunque il fatto che il Panathinaikos si sarebbe concentrato soprattutto sul campionato. Nonostante ciò, inizialmente, riuscì ad ottenere buoni risultati, guidando la squadra ad una vittoria con i tedeschi e a un pareggio con gli spagnoli, ma tre sconfitte consecutive ne decretarono l’eliminazione dalla manifestazione. In campionato, invece, la prima parte dell’anno fu abbastanza difficile, dovute anche al fatto di aver perso due partite importati contro Olympiakos ed AEK. I tifosi cominciarono, poi, a fischiare il tecnico veronese e la situazione si complicò ulteriormente dopo una sconfitta rimediata ad inizio dicembre con l’Atromitos, che mise a rischio la panchina di Malesani. Proprio a questo periodo, in seguito ad un pareggio interno con l’Iraklis, risale una conferenza stampa nella quale inveisce contro i giornalisti greci rei di criticare a priori la squadra solo per creare sterili e inutili polemiche ai danni di “gente che lavora 24 ore al giorno”. Nella seconda parte di stagione riuscì a riavvicinarsi alla testa della classifica, ma concluse il campionato al terzo posto. Già da fine aprile aveva però annunciato che sarebbe tornato in Italia per ragioni familiari, interrompendo a fine stagione il rapporto con la squadra greca.

Udinese

Dopo alcuni mesi di inattività, nel gennaio 2007, venne chiamato alla guida dell’Udinese in serie A al posto dell’esonerato Giovanni Galeone. Il contratto prevedeva che il tecnico veneto sarebbe dovuto rimanere alla guida del club friulano fino al 2008, ma alla fine la sua esperienza terminò al termine delcampionato. Malesani modificò subito l’impronta tattica della squadra adottando un modulo con difesa a 3 uomini e dalla propensione offensiva e al debutto riuscì a cogliere la vittoria, ottenendo anche giudizi positivi riguardo al gioco espresso dalla squadra. Dopo alcuni risultati non eclatanti, se si esclude un pareggio con cui la sua squadra riuscì a fermare la striscia di vittorie dell’Inter, l’Udinese tornò alla vittoria con il Livorno. Nel frattempo il tecnico ebbe uno scontro a distanza con il suo predecessore Galeone a causa di alcune frasi pronunciate dallo stesso Malesani. A maggio cominciarono però a circolare voci sulla mancata conferma dell’allenatore veronese per la stagione successiva e la stampa serba annunciò il suo passaggio alla Stella Rossa, mai realizzatosi. Alla penultima giornata la sua squadra riuscì a battere il Milan e ad ottenere il decimo posto in campionato. Pochi giorni più tardi venne annunciato l’ingaggio da parte dell’Udinese del nuovo tecnico Marino che prese il suo posto.

Il breve passaggio ad Empoli

Nel novembre 2007 venne chiamato alla guida dell’Empoli, dopo aver rifiutato alcune offerte dall’estero, in sostituzione di Luigi Cagni, che pagava un inizio di campionato non facile. I risultati iniziali del suo nuovo incarico furono molto buoni e tra questi spiccava la vittoria in Coppa Italia all’andata degli ottavi contro la Juventus, ma il prosieguo della sue esperienza non fu altrettanto felice. Nonostante il buon gioco praticato la sua squadra più volte peccò di concretezza in fase offensiva, perdendo punti importanti contro Reggina e Livorno. L’inizio del girone di ritorno, con tre vittorie consecutive, sembravano aver rilanciato l’Empoli e la carriera del tecnico stesso dopo un periodo non esaltante della sua carriera, ma nelle successive otto gare ottenne appena un punto contro la Juventus e scivolò all’ultimo posto. Il 31 marzo 2008 Malesani venne esonerato e al suo posto sulla panchina dei toscani tornò Cagni.

Il ritorno col Siena

Dopo quasi due anni di inattività in cui aveva pensato anche di abbandonare il mondo del calcio, il 23 novembre 2009 venne ingaggiato come allenatore del Siena, ultimo in classifica e con sei punti, in sostituzione di Marco Baroni, con il suo vice Ezio Sella. L’inizio di questa esperienza fu difficile, con una sconfitta in Coppa Italia ad opera del Novara, squadra di Lega Pro, e una in campionato. Giunsero poi due vittorie che parvero rilanciare la squadra verso la salvezza, con l’applicazione anche di moduli tattici molto offensivi. Seguirono una serie di sconfitte, tra cui molto contestata dall’allenatore quella contro l’Inter, provocata a suo dire da un arbitraggio sfavorevole. La partita successiva, persa 4-0 col Milan, fece rischiare al tecnico l’esonero. A partire dalla ventiquattresima giornata i risultati cominciarono a migliorare: tre vittorie contro Chievo, Livorno e Bologna e altrettanti pareggi contro Napoli, Parma e Juventus (con un pareggio in rimonta da 3-0 a 3-3) rilanciarono la squadra verso la lotta per non retrocedere. Una sconfitta contro l’Atalanta, diretta rivale per la conquista della salvezza, proiettò quindi i toscani in Serie B. La retrocessione divenne ufficiale alla terzultima giornata di campionato e, nonostante ciò, all’ultima gara di campionato Malesani venne applaudito dai tifosi toscani. Lasciò quindi il Siena a fine stagione.

Bologna

Il 1 settembre 2010, alla vigilia della prima giornata di campionato, viene ingaggiato come allenatore del Bologna in sostituzione di Franco Colomba, che aveva condotto la preparazione estiva. La scelta di Malesani costituisce un autentico colpo di scena da parte della nuova dirigenza e del neo presidente Porcedda. Malesani subentra ufficialmente in panchina dalla 2º giornata, ritrovandosi fra le mani una rosa profondamente rinnovata ed una squadra da rimodellare, con unico obiettivo la salvezza. Il lavoro dell’allenatore veronese consente alla squadra di rimanere costantemente al di sopra del terzultimo posto. Da metà novembre però precipita la situazione finanziaria della società, che si dichiara totalmente insolvente, non riuscendo a pagare gli stipendi e causando una penalizzazione immediata di 1 punto, al quale in gennaio 2011 se ne aggiungono altri 2. In questo caos, fra straordinarie difficoltà, col rischio di un fallimento immediato e con contrastanti notizie di estenuanti trattative finalizzate a salvare il club, Malesani riesce a tenere estremamente unito il gruppo dei giocatori ed a far esprimere loro determinazione concentrazione e risultati, con momenti anche di bel gioco. I successivi ripetuti cambi di proprietà, che consentono il salvataggio finanziario, non scalfiscono la concentrazione del gruppo. Attraverso risultati di prestigio (vittoria 2-0 a Torino contro la Juventus del 26 febbraio 2011) e grazie alla straordinaria vena realizzativa del centravanti e capitano Di Vaio, a marzo la salvezza è praticamente acquisita, nonostante la penalizzazione, e ci sarebbero le condizioni per tentare di raggiungere obiettivi più ambiziosi[59]. Ma a questo punto la consapevolezza del traguardo raggiunto è causa di un crollo atletico ed agonistico della squadra, che Malesani non riesce più a scuotere ed a riprendere in pugno. I 2 punti realizzati nelle ultime 8 partite, che si intersecano con nuovi cambiamenti del management societario, fanno venir meno il rapporto di fiducia con l’allenatore, al quale non viene mai concretamente proposto il rinnovo del contratto[60]. Finito il campionato con una disastrosa sconfitta casalinga (Bologna-Bari 0-4), il 26 maggio 2011 il Bologna comunica l’ingaggio di Pierpaolo Bisoli come nuovo allenatore per la stagione successiva.

Il 19 giugno 2011 il Genoa ne annuncia l’ingaggio come allenatore. Malesani assumerà l’incarico ufficialmente dal 1° luglio.

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