I “canterani” rossoblù in visita alla prima squadra

C’è un’altra isola felice, vicino a dove si allena la squadra. È popolata di 120 bambini, vestiti Genoa dalla testa ai piedi, presenti al Camp a Medraz per gli stage calcistici. Buona parte provengono dalla Cantera, altri da società affiliate al Future Football o con estrazione diversa. Sui campi a disposizione, un tiro di schioppo, […]


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C’è un’altra isola felice, vicino a dove si allena la squadra. È popolata di 120 bambini, vestiti Genoa dalla testa ai piedi, presenti al Camp a Medraz per gli stage calcistici. Buona parte provengono dalla Cantera, altri da società affiliate al Future Football o con estrazione diversa. Sui campi a disposizione, un tiro di schioppo, inseguono i consigli dei tecnici di un settore giovanile in paradiso, per l’exploit dei Giovanissimi alla Manchester United Premier Cup. Oggi la finale, e il Genoa c’è. Seconda squadra italiana a raggiungerla in 23 anni di storia della competizione, la più importante per club a livello giovanile e mondiale.

Ieri per i giovani del Camp è stato un pomeriggio di evasione. Terminate le pratiche degli allenamenti, la colorata invasione l’ha fatta da padrona alla SportPlatz. I saluti e l’incontro con Gasp tra cori e selfie, “Gasperini eh eh, Gasperini oh oh”. L’abbraccio con alcuni giocatori sottoposti a domande e curiosità. Con la maglietta rossa e i pantaloni blu hanno mostrato orgoglio, coesione, senso di appartenenza. Gli stessi che hanno permesso al settore giovanile del Genoa di diventare un modello strutturale riconoscibile e riconosciuto. Un ambiente dove si rispettano le regole collettive, si applicano comuni metodologie di lavoro e comportamentali, vi operano istruttori con passione e motivazioni fuori concorso

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