Gli ultras in corteo a Roma: «No alla tessera del tifoso»

Gli organizzatori: «Noi siamo tifosi non clienti: la nostra fedeltà  la dimostriamo ogni domenica andando allo stadio». Arrestati quattro tifosi del Lamezia Terme per violenza e resistenza ad alcuni poliziotti


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“Siamo tifosi, non clienti”. E’ solo uno degli slogan che sono risuonati a piazza Bocca della Verità, a Roma, al termine del corteo organizzato da circa 300 tifoserie italiane per protestare contro la cosiddetta tessera del tifoso che impedisce l’ingresso agli impianti sportivi alle persone colpite da Daspo. Una mattina a sfilare per le strade di Roma, portando all’esterno i canti e i cori che risuonano ogni domenica negli stadi. Gli ultras scesi oggi in piazza hanno sorpreso quanti si attendevano incidenti. Certo, non sono mancati cori ingiuriosi contro il ministro dell’Interno Roberto Maroni e contro le forze dell’ordine, i petardi ormai rari all’interno degli stadi (merito della disciplina che prevede multe salatissime per le societa’ ospitanti), ma per il resto la manifestazione si e’ svolta in maniera ordinata. Di piu’: gli ultras sono rimasti ‘irregimentati’ per tutta la durata del percorso, da piazza dell’Esquilo’ino a Bocca della Verita’, grazie al lavoro del servizio d’ordine predisposto dagli organizzatori e al quale hanno preso parte tifosi del Latina e del Viterbo. Società piccole, certo, ma che insieme ad altre come Gubbio, Recanati, Fermo, hanno portato in piazza la stragrande maggioranza dei tifosi presenti oggi. Tra i club piu’ blasonati si sono fatti notare gli interisti e gli juventini (questi ultimi sono stati quelli a dare più filo da torcere al servizio d’ordine), e giocavano in casa laziali e romanisti, con i biancocelesti in netta maggioranza.

I cori dedicati a Gabriele Sandri, ricordato per tutto il corteo – “Giustizia per Gabriele” e “Gabriele uno di noi” – hanno portato la famiglia Sandri a scrivere un messaggio di ringraziamento letto in piazza Bocca della Verita’ e seguito da un lunghissimo, commosso applauso. Cori, quasi al termine della manifestazione, anche per Stefano Cucchi, il ragazzo morto all’ospedale Sandro Pertini pochi giorni dopo il suo arresto: “Stefano, Stefano” ritmato dal battito di migliaia di mani e “Giustizia per Stefano” sono stati i cori dedicati al ragazzo di Torpignattara. «Non si capisce perché la tessera per entrare allo stadio debba essere ricaricabile e dotata di punti fedelta», ha spiegato un organizzatore. «Noi siamo tifosi non clienti: la nostra fedeltà la dimostriamo ogni domenica andando allo stadio». «Ci vogliono utenti», ha ribadito Paolo Cento presente alla manifestazione, «espropriandoci del ruolo di protagonisti che svolgiamo allo stadio con la nostra passione».

QUATTRO ARRESTI PER VIOLENZA A POLIZIOTTI

Undici persone identificate e quattro arresti per resistenza, violenza, minaccia e lesioni a pubblici ufficiali. È il bilancio di un’aggressione compiuta da un gruppo di tifosi del Lamezia Terme che erano a bordo di un treno diretto a Roma per una manifestazione di protesta contro la tessera del tifoso. Il fatto si è verificato poco dopo le 3.30 di questa mattina a bordo del treno 894 proveniente da Reggio Calabria. Ad intervenire presso la stazione centrale delle Ferrovie dello Stato di Salerno, in aiuto al personale Polfer di Roma-Tiburtina in servizio di scorta ai tifosi, sono intervenuti gli agenti della volante di Salerno. È stato accertato che sul convoglio a lunga percorrenza i tre agenti della Polfer e il capotreno erano stati aggrediti dal gruppo di tifosi. Alcuni erano partiti senza biglietto ed avevano già creato problemi ad altri viaggiatori. Il capotreno per questo motivo aveva chiesto l’intervento della Polfer. L’arrivo dei poliziotti, però, non ha fatto desistere i malintenzionati che hanno iniziato a minacciare e a oltraggiare gli agenti aggredendoli con violenza. Giunti a Salerno i rinforzi hanno identificato il gruppo di tifosi arrestando M.D. di 20 anni, E.G. di 26 annui, A.C. di 26 anni e C.M. di 19 anni. Quest’ultimo è stato anche denunciato per furto aggravato perché trovato in possesso di un martelletto frangivetro in dotazione al convoglio. Gli altri sette sono stati denunciati per resistenza e lesioni a pubblici ufficiali.

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