E il carrozzone del calcio va avanti…

Ci siete tutti? Ah, abbiamo perso qualcuno per strada? Non importa: si parte. E’ questo, in estrema sintesi, il senso del mancato rinvio di Torino – Genoa e, a maggior ragione, di Sampdoria – Catania, in seguito al tragico incidente di questa notte avvenuto al porto di Genova, dove l’errata manovra dell’ormai famigerato mercantile Jolly […]


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Ci siete tutti? Ah, abbiamo perso qualcuno per strada? Non importa: si parte. E’ questo, in estrema sintesi, il senso del mancato rinvio di Torino – Genoa e, a maggior ragione, di Sampdoria – Catania, in seguito al tragico incidente di questa notte avvenuto al porto di Genova, dove l’errata manovra dell’ormai famigerato mercantile Jolly nero è costata la vita a sette persone.

Non importa che Genova pianga i suoi cittadini. Non importa che il destino abbia deciso di gettare nello sconforto una città intera. Non importa, neanche se queste persone erano tifosi di Genoa o Sampdoria. La politica del “The show must go on” è disposta a calpestare ogni vita, ogni morte. Ogni tragedia. E così, a neanche 24 ore da quei momenti che hanno segnato le esistenze dei lavoratori presenti al molo Giano, bisogna farsi trovare tutti pronti, possibilmente sorridenti e muniti di una buona dose di entusiasmo, per guardare in tutta tranquillità la propria squadra del cuore.

Il carrozzone del calcio moderno non guarda in faccia a nessuno: qualunque cosa succeda, tu siediti sul divano (e non in un seggiolino dello stadio, non sia mai), prenditi la tua birra e guardati la partita in tv. Con annesse discussioni, moviole, pagelle, interviste e, perché no, anche qualche risata. Il calcio è diventato questo: sempre meno un gioco, un divertimento, sempre più un rito, quasi inviolabile, che non può fermarsi di fronte a nulla. Neppure alle lacrime, neppure al rispetto, neppure all’animo scosso di una città intera.

Lo stesso Matteo Rossi, assessore regionale allo Sport, aveva pronunciato la sua contrarietà al normale proseguimento del programma calcistico:  “Sarebbe stato meglio, da parte della Lega Calcio posticipare la partita in programma alle 20.45 a un’altra data – ha dichiarato a Telenord – Non ci pare che questo momento tragico e drammatico con morti e dispersi ancora da ritrovare sotto le macerie di Molo Giano, possa essere condiviso con un appuntamento gioioso”. Nel frattempo, anche le istituzioni genovesi hanno deciso di fermarsi in segno di lutto, con una manifestazione per onorare la memoria delle vittime. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno indetto tre ore di sciopero per permettere alla cittadinanza di partecipare alla commemorazione. Questo non vale per le istituzioni pallonare che, con ancora due persone disperse tre le macerie dell’incidente, ha deciso di continuare comunque lo show. Perciò, avanti. Sorriso forzato e mente al pallone, e non al dolore delle persone vicine alle vittime. Evidentemente, un minuto di silenzio ed un lutto al braccio sono più che sufficienti.

Pianetagenoa1893.net, come altre testate liguri, ha deciso di attenersi alla cronaca nuda e cruda (un dovere per il lavoro di giornalista), rinunciando ai “più”, come i commenti dei tifosi, alle pagelle o all’editoriale che, spesso, possono assumere un tono se non scherzoso, quantomeno vivace. Non c’è spazio per le risate, seppur sportive, come non ci dovrebbe essere spazio neppure per il calcio, in questi casi.

Si parte: chi vuole salire, si prepari. Io questa sera scendo qui.

Daniele Zanardi

P.s. del direttore Marco Liguori – Daniele Zanardi ha esposto perfettamente cos’è diventato il calcio in Italia. Nel 2004 avevo già raccontato lo stato di degrado a cui era già arrivata “l’italica pedata” nel volume “Il pallone nel burrone” che avevo scritto assieme a Salvatore Napolitano. Avevamo descritto un episodio emblematico accaduto mercoledì 12 novembre 2003 in occasione dell’amichevole Polonia-Italia. Poche ore prima a Nassiriya (era in corso la spedizione italiana in Iraq) erano morti 12 carabinieri, 4 soldati e 2 civili italiani, nonché 8 iracheni: alcuni giorni dopo morirà un altro soldato italiano.”Allo stadio viene osservato – scrivevamo nel libro – un minuto di raccoglimento per onorare la memoria dei caduti. In quei precisi istanti, la televisione manda in onda la pubblicità”.

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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