L’addio polemico di Abete: “No alla nomina di un commissario nella Figc”

Non sono mancate le note polemiche del discorso d’addio del presidente Figc Giancarlo Abete che ha aperto i lavori dell’assemblea che elegerà il nuovo numero uno del calcio italiano. Abete (testo ripreso da Gazzetta.it) ha “punzecchiato” chi ha spinto per il commissariamento: “I tifosi del commissario sono quelli che hanno scarsa dimestichezza con il consenso […]


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Non sono mancate le note polemiche del discorso d’addio del presidente Figc Giancarlo Abete che ha aperto i lavori dell’assemblea che elegerà il nuovo numero uno del calcio italiano. Abete (testo ripreso da Gazzetta.it) ha “punzecchiato” chi ha spinto per il commissariamento: “I tifosi del commissario sono quelli che hanno scarsa dimestichezza con il consenso dal basso. Si candidino e verifichino il consenso: è il modo migliore per fare qualcosa per il calcio. Dicono che serve un largo consenso per il presidente federale? Sono contro la logica del pensiero unico: se servisse un largo consenso tutto il sistema, compreso il Coni, sarebbe commissariato. Dico no a uomini della provvidenza”.

Il presidente dimissionario ha dato una frecciata al presidente del Coni Malagò: “È il calcio che finanzia lo sport italiano. Diamo un miliardo l’anno allo Stato, ce ne ritorna solo il 6%. Se i vetri del calcio sono sporchi è perché qualcuno li sporca dall’esterno. La Figc non ha un euro di debito”. Poi risponde ad Andrea Agnelli che aveva definito Tavecchio “inadeguato”. “Sento dire che i candidati sono inadeguati. Quelli che lo affermano sono di gran lunga più inadeguati. Non bisogna sputare veleno sul nostro mondo”. Abete conclude col suo futuro: “Dal 2015 farò l’opinionista. Mi dicono che sono troppo buono? Forse hanno ragione ma cercherò di non cambiare, non ne vale assolutamente la pena”.

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