«Quest’anno il popolo genoano è particolarmente caldo, in vent’anni è la prima volta che mi capita: un attaccamento che non ho mai sentito anche quando la nostra squadra faceva risultati. Li ringrazio per esserci stati vicino anche nei momenti non buoni. Noi eravamo un gruppo che andava a mille in allenamento, chi rallentava restava fuori. Per me il derby era la partita della vita, ne abbiamo vinti cinque su sei. L’unico gesto da calciatore che più mi manca è infilare la maglia rossoblù, mi sentivo come un super eroe: è la squadra più bella del mondo». É l’esordio di Marco Rossi, ex capitano del Genoa, intervenuto a Primocanale.
«Rispetto alla stagione in Serie B del 2006-2007 è difficile fare paragoni perché a quel tempo c’erano squadre importanti come Juventus e Napoli, successivamente una ha vinto nove scudetti di fila e l’altra ha vinto l’ultimo: l’unica analogia è la difficoltà nel vincere i campionati di qualsiasi categoria. Se torneremo in Serie A sarà un miracolo. Nell’ultimo periodo la squadra ha fatto passi da gigante, abbiamo sistemato le cose e ora siamo l’unica squadra in Europa a non aver subito un gol in casa nell’arco di un girone. Siamo padroni del nostro destino, il resto non ci interessa: la nostra linea è mantenere serenità» aggiunge l’attuale club manager del Genoa.
«Mister Gilardino? Lo seguo da sempre. A Vercelli fece un grande campionato, così come con la nostra Primavera. In prima squadra ha dimostrato di aver carattere, capacità di lavorare sulla fase difensiva e mettere i calciatori nel proprio ruolo: è la persona giusta. Spero che possa essere l’inizio di un nuovo ciclo come il nostro quando avevamo sette, otto calciatori capaci di portare avanti i valori del club. In questo momento vedo cinque, sei uomini che possono costruire lo zoccolo duro dei prossimi anni» chiosa Marco Rossi.
