Lettera/Antonello De Palo: «Le mie proposte per le designazioni arbitrali»

Come già reso noto dalla Lega Calcio e dall’AIA, nonché da PianetaGenoa1893.net, l’arbitro designato per dirigere Genoa-Palermo di Domenica sera sarà Paolo Valeri della sezione di Roma 2, coadiuvato dagli assistenti Stefani di Milano e Cariolato di Legnago, assistiti da bordo campo da Brighi di Cesena in veste di 4° uomo. Dal momento dell’ufficializzazione della designazione si sono […]


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Come già reso noto dalla Lega Calcio e dall’AIA, nonché da PianetaGenoa1893.net, l’arbitro designato per dirigere Genoa-Palermo di Domenica sera sarà Paolo Valeri della sezione di Roma 2, coadiuvato dagli assistenti Stefani di Milano e Cariolato di Legnago, assistiti da bordo campo da Brighi di Cesena in veste di 4° uomo.

Dal momento dell’ufficializzazione della designazione si sono susseguiti in rete articoli e commenti sui precedenti negativi del Sig.Valeri nelle occasioni in cui ha arbitrato il Genoa in questa stagione. Visti gli exploit e i metri di giudizio avuti dagli arbitri nel complesso di questo campionato (non solo l’ultimo in Udinese-Genoa, ma anche tanti altri, vedi Milan-Juventus, Inter-Palermo, Milan-Genoa, Cagliari-Juventus, e via così con una serie infinita…) c’è ormai da aver paura delle decisioni prese dal designatore Braschi, compresa quella di Valeri per l’ultima partita casalinga del Genoa che si gioca la salvezza contro il Palermo.

Ma concentriamo l’attenzione sulla carriera di Paolo Valeri. Nato nel 1978 a Roma ha fatto il suo esordio in Serie A l’11/12/2007 in Ascoli-Fiorentina (1-1). Nelle 5 stagioni nella massima serie ha collezionato 4 presenze nel campionato 2007/08, 7 nel 2008/09, 14 nel 2009/10, 17 nel 2010/11 e con quella di Domenica raggiungerà quota 18 nel 2011/12, per un totale che, se la matematica non mi tradisce, fa 60 uscite in altrettanti match. Se è vero che è tra gli arbitri più impiegati in Serie A è anche vero che è tra quelli con più errori sulle spalle, anche se in buona compagnia (insieme a Bergonzi, Guida, Mazzoleni, Rocchi, Damato, Rizzoli, Tagliavento, Orsato e Brighi, nominati non solo per il loro numero di presenze). Verissimo (e sacrosanto) anche che per gli arbitri non sempre è facile prendere decisioni, soprattutto in situazioni di pressione e se costretti a farlo in poche frazioni di secondo.

Ma mi chiedo: possibile che spesso a commettere gli errori più eclatanti siano proprio quelli ritenuti i migliori? E in base a quali criteri sono considerati tali? In base a quali altri criteri un arbitro dopo aver diretto Genoa-Siena (Tagliavento) viene designato anche per Udinese-Genoa, un altro dopo aver arbitrato Genoa-Cagliari (Mazzoleni) è 4° uomo sempre in Udinese-Genoa? E ancora, perché dopo aver fischiato in Chievo-Roma (Banti) vieni scelto per arbitrare Chievo-Lecce? E Valeri in tutto questo dov’è? Arbitrerà Genoa-Palermo proprio dopo aver arbitrato alla 17° giornata Juventus-Lecce, peraltro sempre con assistente Cariolato, e guarda caso il 4° uomo sarà Brighi che domenica scorsa ha arbitrato Lecce-Fiorentina. Nonostante tanti lo pensino, non ne faccio  una questione di malafede. Ritengo soltanto che chi nel recente passato ha commesso degli errori o è stato sottoposto ad una particolare pressione non debba essere designato per partite nelle quali il rischio di altri errori o pressioni potrebbe essere solo che maggiore, soprattutto se in tali partite sono coinvolte squadre rivali o con un obiettivo comune. Così si rischia solo di peggiorare la situazione e aumentare a dismisura i danni già creati in precedenza, per non parlare di quanto si possano scaldare gli animi in caso tali errori si ripetano davvero.

Nel recente passato si è rispolverata una celebre frase che afferma che “…i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli…”. Secondo me questa affermazione può adattarsi benissimo (metaforicamente) anche agli arbitri. Un giocatore al momento di calciare un rigore deve “decidere” dove e come tirarlo, consapevole di essere colui che può cambiare le sorti di una partita o competizione, consapevole di essere colui che può esaltare o disfare tutto ciò che i compagni hanno creato fino ad allora, consapevole di avere 50 mila occhi puntati addosso. Nello stesso modo ritengo che un arbitro debba decidere conoscendo le sue responsabilità e sapendo che in base a quello che deciderà in certi attimi un incontro prenderà una piega o quella opposta, coronando magari i sogni e il lavoro di alcuni e contemporaneamente vanificando quello degli avversari. E’ così che vanno prese le decisioni, soprattutto quelle di lavoro, e soprattutto quelle di coloro che per il loro lavoro sono pagati cifre a tre zeri per ogni volta che scendono in campo per un arbitraggio (o peggio ancora quelle dei calciatori che di zeri ne vantano anche sei). Vero che quel “lavoro” gli arbitri, come i calciatori, se lo sono scelto e quindi devono onorarlo e portarlo avanti con rispetto e responsabilità, ma ricordiamoci che anche gli arbitri sono esseri umani e in quanto tali sono “portati all’errore”, per cui le designazioni potrebbero avere seriamente un peso sull’andamento e il rendimento del loro lavoro.

Di conseguenza, desidero chiudere con una domanda, con l’utopica speranza che possa essere letta ed accolta anche da chi di competenza. Perché non cercare  una soluzione a questi “problemi”, magari aumentando davvero il numero degli arbitri in campo e in organico, facendoli “ruotare” di più nei ruoli e campi, e applicando criteri più empirici alle designazioni arbitrali?

Antonello De Palo

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