BALLARDINI: «Entusiasta di essere tornato al Genoa, la storia del calcio»

«Ora sono contento di essere tornato in una realtà così importante come il Genoa, una società che rappresenta la storia del calcio». Davide Balardini ha raccontato ai microfoni del sito ufficiale del Grifone della sua felicità per essere tornato sulla panchina rossoblù. «A volte nel nostro mondo – prosegue il tecnico  – si tende a […]


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«Ora sono contento di essere tornato in una realtà così importante come il Genoa, una società che rappresenta la storia del calcio». Davide Balardini ha raccontato ai microfoni del sito ufficiale del Grifone della sua felicità per essere tornato sulla panchina rossoblù. «A volte nel nostro mondo – prosegue il tecnico  – si tende a dare importanza a ciò che appare in superficie, quando invece è proprio scavando in profondità, che si trovano i tesori e l’essenza delle cose».

Ballardèn prosegue raccontando alcuni risvolti della sua carriera: «Dopo essermi infortunato al ginocchio, ai tempi in cui giocavo nel Cesena, per un paio d’anni girai il mondo. Volevo soddisfare la curiosità, vedere altre realtà da vicino, come si vivesse all’estero. Incontrai in quel periodo la ragazza che sarebbe diventata mia moglie». La sua famiglia, un cardine della sua vita: «Mi commuovo ancora oggi, pensando all’esperienza vissuta insieme, alla nascita dei nostri figli».

L’allenatore romagnolo passa ai suoi esordi: «Fu Natale Bianchedi, una delle persone più care, a darmi l’opportunità di allenare nelle giovanili del Cesena. I miei genitori non ostacolarono questa scelta, quanto al nonno, si sa cosa pensasse. “Ma come ti guadagni da vivere?!». E conclude: «Da giocatore ho avuto, tra gli altri, maestri come Bagnoli e Sacchi, uomini di grandi qualità tecniche e morali. Fu al Mondiale del ’90, quando passai al Ravenna, che ebbi la possibilità di conoscere Maturana l’allenatore della Colombia. Presi spunto da lui come persona, sul lavoro, per le idee, su come trasmetterle. Con i giocatori è importante avere un rapporto chiaro, sincero, diretto. E lavorando con i giovani ho ricevuto tante soddisfazioni, stabilendo rapporti straordinari con ragazzi che ho visto e aiutato a crescere». 

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