ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – VINCENZO TORRENTE: «Ecco perchè il Genoa non subisce più gol»

La grande bandiera degli anni '80 e '90 analizza i progressi del settore difensivo rossoblù


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Per moltissimi anni è stato un baluardo insuperabile, il classico giocatore che nessun attaccante avrebbe voluto trovarsi di fronte. Vincenzo Torrente, uno dei difensori più forti che il Grifone abbia mai avuto, ne avrebbe di aneddoti da raccontare. Dalle sfide con Maradona, ai derby giocati all’ultimo sangue fino all’esperienza in Europa. Il Genoa nel cuore e nel sangue. Un amore che va ben oltre una semplice carriera agonistica. Ed anche se ora sta mettendo al servizio del Gubbio le sue grandi conoscenze tattiche, la mente è sempre rivolta a quel che accade all’ombra della Lanterna.

E nessuno meglio di lui può analizzare la crescita esponenziale che sta interessando il reparto a lui più caro: la difesa.

Intervistato in esclusiva da Pianetagenoa1893.net, Vincenzo Torrente analizza la stagione della retroguardia rossoblù.

Nel girone d’andata il Genoa subiva gol con troppa regolarità mentre, da qualche partita a questa parte, l’andamento è decisamente migliorato. A cosa attribuisce questa differenza di rendimento?

«Beh, l’ingaggio di un giocatore come Dario Dainelli ha permesso alla retroguardia di compiere un notevole salto di qualità ma non sottovaluterei la crescita di tutta la squadra sotto il profilo fisico e i meccanismi rodati in fase difensiva, con dieci giocatori che restano dietro al pallone».

Merita comunque un paluso ed un ringraziamento Emiliano Moretti, che ha giocato fuori ruolo per parecchie gare mantenendo uno standard piuttosto elevato.

«Moretti è un giocatore duttile che, per necessità, è stato adattato al centro. Ha fatto del suo meglio anche se in una posizione così delicata, soprattutto per chi gioca a tre, è fondamentale che venga impiegato chi ha già una certa esperienza. Di sicuro, a sinistra, nella zona di campo a lui più consona, potrà rendersi ancora più utile alla causa rossoblù».

Un solo giocatore, vedi Dainelli, può trasformare completamente la resa di un reparto?

«Ripeto, se il giocatore in questione è un elemento forte, esperto, con ottime qualità ed un gran senso della posizione, i progressi sono garantiti. Un centrale affidabile, inoltre permette anche ai compagni di acquisire maggiore sicurezza e tranquillità. Il Dainelli di quest’anno è il degno erede di Matteo Ferrari, e la tenuta difensiva del Grifone ne ha tratto indubbiamente notevoli benefici».

Come giudica la cessione di una colonna come Giuseppe Biava?

«Un sacrificio necessario. Il difensore era in scadenza di contratto e alle sue spalle scalpitavano giovani vogliosi di mettersi in mostra».

Uno su tutti il greco Sokratis…

«Questo è davvero un grande giocatore, forte fisicamente, bravo sia quando c’è da coprire si a in fase di spinta. Un elemento già molto affidabile che, in prospettiva, può veramente fare grandi cose. In altre parole, non costituisce solo il presente ma anche e soprattutto il futuro».

Doverose due parole per Marco Rossi, simbolo e capitano di questo Genoa che, contro il Chievo, ha segnato il gol decisivo.

«Marco è un giocatore ed un ragazzo che apprezzo e che stimo tantissimo. Sa fare tutto e bene e può giocare praticamente in tutti i ruoli con identico profitto. Non è raro, nel calcio di oggi, trovare elementi così universali. E poi al Genoa riesce a dare ancora di più avendo un legame particolare con la maglia rossoblù e con l’ambiente che lo circonda. Lo considero un leader silenzioso e mi piace anche per questo suo atteggiamento, schivo e semplice. Trovo molte affinità con il sottoscritto e credo di non mancare di rispetto a nessuno se affermo che Rossi sarà l’ultima bandiera».

Claudio Baffico

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