ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – OSCAR BREVI: «Vi presento il gioco di Zaccheroni»

L'ex giocatore di Como e Torino analizza le caratteristiche tattiche delle squadre allenate dall'attuale tecnico juventino


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Como e Torino sono state due delle tappe principali della buonissima carriera di Oscar Brevi, fratello dell’ex rossoblù Ezio. Un difensore coriaceo e solido che è riuscito a sigillare anche le retroguardie più incerte.

Nella stagione 2006 – 2007, al Torino, Brevi è stato allenato per alcuni mesi da Alberto Zaccheroni, il tecnico della Juventus che domenica prossima cercherà la prima vittoria della sua gestione contro il Genoa.

A Como, invece, è stato alle dipendenze del presidente Enrico Preziosi, con cui si è tolto enormi soddisfazioni centrando due promozioni consecutive.

In esclusiva per Pianetagenoa1893.net, l’ex giocatore presenta la filosofia e le caratteristiche del gioco del mister bianconero.

Che tipo di allenatore è Alberto Zaccheroni?

«Innanzitutto è una persona straordinaria, molto disponibile e corretta. Con i giocatori ha un ottimo dialogo e riesce ad esprimere al meglio le proprie idee. In altre parole, è un grande uomo ed un tecnico preparato».

Lei è stato allenato da Zaccheroni ai tempi del Torino. Quale era il modulo che utilizzava maggiormente?

«Il mister era subentrato a metà stagione ed inizialmente ci aveva schierati con un 4-3-1-2. Con il passare delle giornate, poi, c’era stato qualche accorgimento, fino a passare al 3-4-3».

L’attuale allenatore della Juve cura maggiormente la fase difensiva o quella offensiva?

«Ai tempi del Toro dedicava i primi due giorni della settimana alla fase difensiva e, successivamente, passava ad occuparsi di quella offensiva».

E sulle palle inattive?

«Marca sempre ad uomo».

Qual è la caratteristica principale della filosofia di Zaccheroni?

«Il gioco sulle fasce. I compiti degli esterni sono molto importanti e delicati. Quando spinge uno, l’altro arretra sempre per non esporre la squadra ad eventuali contropiedi. Zaccheroni, inoltre, è sempre molto attento all’equilibrio. Anche quando le sue formazioni giocano con un modulo spregiudicato, stanno sempre molto attente a non scoprirsi».

Ai tempi del Como lei ha avuto modo di conoscere e di lavorare con il presidente del Genoa Enrico Preziosi. Che rapporto avete avuto?

«Molto buono. Con lui il Como è passato dalla serie C1 alla serie A ed abbiamo vissuto momenti davvero stupendi. Ancora oggi, quando ci incontriamo, ci salutiamo ed abbracciamo con grande calore ed affetto. Successivamente, con Preziosi presidente, mio fratello Ezio è passato al Genoa e anch’io sono stato ad un passo dal vestire la casacca rossoblù, terminata la mia avventura in granata. Alla fine, però, non se ne fece più niente. Peccato, mi sarebbe davvero piaciuto vivere questa esperienza».

Claudio Baffico

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