ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – GENNARO RUOTOLO: «Indimenticabile la doppietta che segnai a San Siro…»

Intervista esclusiva di Pianetagenoa1893.net a Gennaro Ruotolo, bandiera rossoblù con il vizio del gol. Ne sa qualcosa l'Inter, sua vittima preferita


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In tutte le imprese del Genoa contro l’Inter degli anni ’90 c’è lo zampino di Gennaro Ruotolo. Un idolo, una bandiera, un giocatore con il rossoblù nel sangue. Generoso come pochi, il campano ha personificato al meglio il giocatore ideale dei tifosi genoani: quello che, comunque vada, esce dal campo con la maglietta sudata. Un trascinatore che ha permesso al Grifone di raggiungere traguardi a dir poco insperati. E poco importa se la tecnica non era proprio la maggiore alleata di Ruotolo: con un senso tattico impareggiabile e quei due polmoni che sembravano quattro, le conclusioni non proprio precisissime gli venivano perdonate a suon di applausi scroscianti. Come a dire: grazie lo stesso per averci provato.

Ma contro l’Inter, Ruotolo, non solo ci provava, ma di frequente ci riusciva. Spesso il suo nome è entrato nel tabellino dei marcatori, quasi sempre, tra i pochi eletti dei migliori in campo.

Lei fu il protagonista indiscusso di una delle più belle partite disputate dal Genoa contro l’Inter. Stagione 1993 -’94, si giocava a San Siro e finì 3-1 per il Genoa con una sua doppietta. Ricorda?

«Certo, ma al di là dei due gol mi piace pensare alla stupenda sensazione di battere a domicilio uno squadrone come l’Inter».

Non faccia il modesto, quei due gol li ha ancora impressi in testa…

«Ebbene si, è vero. L’Inter passò in vantaggio con Schillaci dopo pochi minuti ed io pareggiai attorno al ventesimo: una torre di Skuhravy mi permise di calciare di prima intenzione nell’angolino alto alle spalle di Zenga. Prima dell’intervallo Skuhravy firmò il sorpasso con un perfetto colpo di testa mentre, allo scadere della ripresa, un mio pallonetto dai trentacinque metri si insaccò vicino al palo più lontano. L’Inter, all’epoca allenato da Marini, veniva da un periodo negativo e la squadra in settimana era stata contestata duramente. Noi fummo bravi ad approfittare della loro situazione difficile e a portare a casa una vittoria prestigiosa».

Che sensazioni provò al termine di quella gara?

«Mi sembrò di vivere un sogno. Battere l’Inter a San Siro segnando una doppietta. Perdipiù giocando da centrocampista. Non avrei potuto chiedere di più…»

L’ultima affermazione del Genoa contro l’Inter è datata 6 novembre 1994 ed anche in quella circostanza lei risultò decisivo.

«E’ vero, ma devo ammettere che io, in quegli anni, ero la bestia nera dell’Inter. Segnai ai nerazzurri in tre partite consecutive e, in altre due, servii l’assist ai miei compagni di squadra. E dire che io, da quando sono nato, sono interista fino al midollo! Uno scherzo del destino! Fatto sta che, forte della tradizione favorevole, quando affrontavo la squadra del mio cuore osavo sempre qualcosa in più e, alla resa dei conti, posso constatare di aver fatto bene».

Sabato sera l’Inter verrà a far visita al Genoa. Che partita prevede?

«Al giorno d’oggi gli incontri sono tutti imprevedibili. I rossoblù sono un’ottima squadra e davanti al loro pubblico riescono a rendere al 100%. Sono già riusciti a mettere in seria difficoltà Roma, Napoli e Juventus, e credo che, qualunque sarà il risultato finale, anche l’Inter farà una gran fatica. Il Genoa interpreta le partite in un modo che mi piace da morire puntando non solo sulle qualità e sulla tattica ma anche sulla lotta e sulla tattica. Da ex giocatore sono convinto di una cosa: i ragazzi di Gasperini si divertono proprio tanto».

Se avesse avuto un allenatore come Gian Piero Gasperini, in che ruolo crede che sarebbe stato impiegato?

«Al di là del portiere, nella mia carriera ho giocato un po’ in tutti i ruoli. In virtù della mia duttilità credo che mi avrebbe schierato laddove ci sarebbe stato maggior bisogno. Ho una convinzione, però, che non me la toglie nessuno: ovunque mi avesse messo avrei fatto una gran bella figura!».

Claudio Baffico

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